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PM10, nuove limitazioni per camini e impianti a biomasse

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via depositphotos.com

Per i sistemi di classe inferiore a 3 stelle

Camini e impianti a biomasse, o comunque generatori di calore con una classe emissiva inferiore a 3 stelle, saranno oggetto di nuove e più stringenti limitazioni. Le previsioni di controllarne l’utilizzo sono contenute in una proposta di legge licenziata a maggioranza nella commissione Ambiente del Consiglio regionale, guidata da Lucia De Robertis (Pd), con l’astensione dei gruppi Lega e Fratelli d’Italia.

L’intervento normativo è necessario vista la sentenza della Corte di giustizia europea del 10 novembre scorso che impone regole e utilizzi molto più stringenti.
La proposta, che passa ora all’esame dell’Aula, prevede nei Comuni in cui non è rispettato il valore limite delle concentrazioni relativo al materiale particolato (PM10), l’istituzione di limitazioni per l’utilizzo di generatori di calore alimentati a biomasse, con una classe di prestazione emissiva inferiore a “3 stelle” ai sensi del decreto ministeriale 186/2017 (Regolamento recante la disciplina dei requisiti, delle procedure e delle competenze per il rilascio di una certificazione dei generatori di calore alimentati a biomasse combustibile solide). Le limitazioni dovranno essere recepite nei PAC (Piano di attuazione comunale) dei Comuni interessati ed attuate nei termini e con le modalità che saranno stabilite con delibera di Giunta. I limiti saranno comunque accompagnati da misure di incentivazione per la sostituzione degli impianti di riscaldamento civile a biomassa con impianti alternativi a basse emissioni, già previste dall’Accordo di programma stipulato con il Ministero della Transizione ecologica e istituite con legge regionale (97/2020).
 
In sede di illustrazione i commissari hanno posto il problema, non banale, di situazioni in cui la fonte di calore esclusiva non rispetti i valori limite di concentrazioni delle PM10. Per queste, è stato spiegato, le ordinanze di limitazione eventualmente emanate dal sindaco non potranno avere effetto. Non c’è obbligo normativo che imponga di dotarsi di una fonte di calore alternativa e complementare a quella più inquinante.
 
La Toscana, è stato ricordato dalla presidente De Robertis, è già intervenuta sull’efficientamento nel dicembre 2020 con un collegato alla legge di stabilità e mettendo a disposizione, nel triennio 2021/2023, circa 6milioni a supporto di privati e Comuni. “Licenziando la proposta autorizziamo la Giunta a predisporre un Piano di interventi straordinari, ma il pacchetto efficientamento tornerà in commissione dove il nostro parere è vincolante per legge” ha chiarito la presidente.

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