Servono misure più stringenti per governare la filiera della plastica e ridurre gli impatti
(Rinnovabili.it) – Solo il 4% delle 3.200 sostanze chimiche potenzialmente pericolose contenute nella plastica è attualmente regolamentato. Inoltre, ce ne sono 6 mila (utilizzate nel settore) per le quali non ci sono dati sui rischi. Ma è ormai risaputo che alcuni polimeri e prodotti chimici, come ammorbidenti o coloranti, hanno effetti negativi a lungo termine sulla salute umana e sull’ambiente, oltre a rappresentare uno scoglio per il riciclo.
Per questo il governo della Norvegia, insieme al Segretariato della Conferenza delle Parti delle tre convenzioni di Basilea, Rotterdam e Stoccolma (BRS), ha presentato ieri un rapporto sullo stato dell’arte e le misure per una efficace governance globale della plastica. L’evento è stato organizzato collateralmente ai negoziati della COP BRS, in corso a Ginevra fino al 12 maggio.
L’obiettivo principale dello studio era mappare i sistemi di governo di questa materia ormai onnipresente nelle nostre vite, così come delle sostanze chimiche associate. Di qui, identificare le lacune nella legislazione esistente e cercare di rendere le norme compatibili con le tre convenzioni internazionali.
Come prevedibile, il rapporto ha evidenziato che l’attuale panorama della governance è insufficiente per porre fine all’inquinamento da plastica. Per questo fornisce suggerimenti per colmare le lacune lungo l’intero ciclo di vita del materiale e delle sostanze chimiche associate, anche rafforzando gli accordi ambientali esistenti a livello internazionale e includendo nuove misure nel Trattato globale sulla plastica in fase di negoziazione.
Tra le soluzioni proposte, lo sviluppo di criteri internazionali di sostenibilità per le materie plastiche e prodotti chimici associati, in modo da aumentare trasparenza e tracciabilità lungo la catena del valore. In secondo luogo, si potrebbe prendere in considerazione lo sviluppo di un approccio globale per l’identificazione, la gestione e la trasparenza delle sostanze chimiche pericolose nelle materie plastiche obbligando le imprese a fornire i dati ed evitando la mera sostituzione di un prodotto con un altro, ma puntando ad escludere interi gruppi di sostanze potenzialmente dannose.