Dal 58 al 68% della pipeline globale del carbone sarà cancellata, stima lo studio su Environmental Research Letters
(Rinnovabili.it) – Nei prossimi anni il venir meno dei finanziamenti, nuove politiche con obiettivi climatici più stringenti e i costi sempre più competitivi delle rinnovabili dimezzeranno la pipeline globale del carbone. Dagli attuali 476 GW programmati in tutto il globo si dovrebbe arrivare a non più di 215 GW complessivi. Saranno quindi costruiti dai 170 ai 270 nuovi GW: questo significa che il 58-68% della pipeline sarà comunque cancellato anche senza nuovi interventi.
È il risultato a cui arriva uno studio condotto da tre ricercatori del Mercator Research Institute on Global Commons and Climate Change (MCC) di Berlino e pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Research Letters.
Cosa succederà alla pipeline globale del carbone?
Non si tratta ovviamente di numeri certi ma di stime “ben informate”. Per intuire la traiettoria futura della pipeline globale del carbone, i ricercatori hanno sondato e integrato le risposte di 29 esperti provenienti dai 10 paesi dove si concentra la maggior parte (il 90%) della coda di nuove centrali a carbone: Bangladesh, Cina, India, Indonesia, Laos, Mongolia, Pakistan, Turchia, Vietnam e Zimbabwe.
L’obiettivo è fornire un quadro della situazione da cui partire per costruire sia le politiche globali sul phase out del carbone, sia gli accordi multilaterali per la transizione giusta (Just Energy Transition Partnerships, JETP) in cui gruppi di paesi con economie avanzate finanziano l’addio al carbone di paesi in via di sviluppo che dipendono ancora molto da questa fonte fossile.
Accordi che da quando il sondaggio è stato avviato – era l’estate del 2021 – sono stati in parte già siglati. Retrospettivamente, gli accordi raggiunti con Vietnam e Indonesia realizzano più o meno la stessa sforbiciata alla pipeline che gli esperti si sarebbero comunque aspettati.
“In tre quarti degli scenari scientifici di politica climatica con solo 1,5 gradi di riscaldamento globale, l’uso del carbone a livello mondiale si riduce a zero entro il 2050″, afferma Lorenzo Montrone, autore principale dello studio. “Il nostro studio dimostra quanto sia importante avere un sostegno internazionale per eliminare gradualmente il carbone e sviluppare alternative. Un modo per affrontare gli impianti di nuova costruzione sarebbe quello di limitarne la durata a 15 anni. Se ciò riuscisse, il limite di 1,5 gradi sarebbe ancora a portata di mano”.