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Pichetto: Decreto su Gas release e grande eolico, poi piattaforma “nucleare sostenibile”

Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica è intervenuto al Forum Ambrosetti di Cernobbio annunciando i prossimi passi normativi in materia energetica

pichetto nucleare sostenibile
Credits: MASE

La piattaforma del nucleare sostenibile dell’Italia è convocata per il 21 settembre

(Rinnovabili.it) – “Ho firmato la convocazione della piattaforma del nucleare sostenibile. Lo ha annunciato ieri il Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, parlando al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Pichetto è tornato ancora una volta su uno dei temi più cari al Governo Meloni in ambito energetico: il ritorno del nucleare in Italia. Anche se ci ha tenuto a sottolineare: “non si tratta della scelta di costruire centrali ma di rendere palese l’impegno dello Stato sulla ricerca, la sperimentazione e l’implementazione della forte conoscenza che ha il nostro paese nel settore“. 

Cosa vuol dire nella pratica? Che almeno per ora la piattaforma del nucleare sostenibile, convocata per il 21 settembre presso la sede del dicastero di via Cristoforo Colombo, avrà come obiettivo quello di ‘fare squadra’. Costituirà il soggetto di raccordo e coordinamento tra tutti i diversi attori nazionali che a vario titolo si occupano di energia atomica. Radioprotezione e rifiuti compresi. Con un occhio di riguardo per la ricerca e l’alta formazione universitaria.

Fusione e SMR in italia

Ma l’attività della piattaforma – che verrà coordinata dal MASE con il supporto di RSE ed Enea – sarà finalizzata anche ad implementare la cooperazione e la partecipazione a livello europeo.

Oggi, ricorda il numero uno del Ministero dell’Ambiente “siamo impegnati sulla fusione con diversi accordi a livello internazionale. E ovviamente poniamo massima attenzione sulla fissione di 4a generazione. Che significa anche valutare quelli che vengono definiti gli small reactor (SMR) che nell’arco di 10 anni potrebbero essere un’opportunità per il paese“. Per quella che definisce comunque essere una valutazione lasciata in mano ai futuri governi, esiste una larga fiducia da parte dell’esecutivo attuale ma fin troppe incognite sul lato pratico. Nonostante siano diverse le iniziative a livello mondiale a puntare su questa tecnologia, con oltre 70 progetti commerciali in fase di sviluppo, attualmente solo due centrali SMR risultano operative. Una in Cina e una in Russia.

I dubbi

I vantaggi percepiti derivano dalla natura “piccola” e “modulare” del loro design, che permetterebbe di collocarli in luoghi oggi non adatti alle centrali atomiche più grandi, risparmiando sui costi e sui tempi di costruzione. Ma al di là delle difficoltà autorizzative e di collocazione – l’Italia sta avendo problemi anche con il processo di localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti nucleari – sembra poco probabile che gli SMR possano raggiungere il mercato commerciale prima della fine del decennio. Deadline che, stando ai trend di settore, dovrebbe rendere le energie rinnovabili la scelta più economica e sicura per gli investitori. E la competitività economica su larga scala dei piccoli impianti atomici deve ancora essere dimostrata nella pratica.

Senza contare che le scorie di tali centrali, potrebbero costituire un problema più grande di quelle tradizionali. Secondo un recente studio pubblicato negli Atti della National Academy of Sciences gli small modular reactors creerebbero fino a 30 volte più rifiuti radioattivi per unità di elettricità rispetto ai reattori convenzionali.

Decreto gas release ed eolico

A non è stato solo il tema del nucleare in Italia a tenere banco. Dal palco di Cernobbio, Pichetto ha anche annunciato la presentazione a breve in Consiglio dei Ministri di un decreto per modificare parametri economici della gas release. Nello stesso provvedimento, ha affermato il ministro “presenterò la proposta di definizione del percorso per il grande eolico, onshore e offshore, vista la difficoltà che abbiamo anche con il fotovoltaico. Devono essere grandi aree di molti chilometri quadrati, da lottizzare, e devono essere posizionate rispetto all’accordo con Terna su dove arriva la linea per il ritiro della corrente prodotta”.