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Al via la Piattaforma Nazionale Nucleare Sostenibile: verso la strategia per il ritorno all’atomo

PNIEC 2023: il nuovo piano include nucleare e CCS
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Oggi al MASE il primo incontro della Piattaforma che riunisce mondo della ricerca e industria

(Rinnovabili.it) – Ci vorrà meno di un anno per vedere, nero su bianco, la strada che il governo vuole percorrere concretamente per tornare al nucleare. Tra 6 mesi saranno presentate le opzioni, un altro mese di tempo per trasformarle in una road map, e dopo 9 mesi di gestazione l’Italia dovrebbe ritrovarsi con linee guida ben definite che individuano azioni, risorse, investimenti e tempistiche per riaprire la porta all’atomo. Per elaborare questo documento, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha organizzato oggi la prima riunione della nuova Piattaforma Nazionale per il Nucleare Sostenibile.

Cosa farà la Piattaforma Nazionale Nucleare Sostenibile

La Piattaforma Nazionale per il Nucleare Sostenibile è il motore principale del progetto di ritorno al nucleare che il governo Meloni ha inserito formalmente nella traiettoria della transizione energetica italiana a luglio, quando ha presentato l’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). Un tavolo per ragionare delle “grandi potenzialità” dell’Italia sul fronte dell’atomo (così si leggeva nel PNIEC).

Coinvolgendo tutti i soggetti interessati. Enti pubblici di ricerca, esponenti dell’università e di associazioni scientifiche in primis, dato che il focus (almeno per il momento) resta calibrato sulla ricerca. Ma la Piattaforma riunirà anche le realtà che si occupano di sicurezza nucleare e decommissioning, le aziende che hanno già investimenti nel settore nucleare e quelle che realizzano componenti sia per centrali sia per le strumentazioni mediche.

A coordinare la Piattaforma sarà il MASE con il supporto di ENEA e RSE. I lavori saranno organizzati in diversi gruppi tematici: dall’analisi del contesto con una valutazione di scenari e prospettive all’esame delle tecnologie di fissione e di fusione, passando per il tema delle scorie e del decommissioning, della sicurezza, della formazione e dell’educazione. Un gruppo di lavoro specifico è invece dedicato a capire come superare il “tabù” del nucleare in Italia, dove due referendum (1987 e 2011) hanno detto no all’atomo. Il suo compito sarà ragionare su ambiente, accettabilità sociale e comunicazione.

Sguardo sul nucleare di 4° generazione

Se si costruiranno di nuovo centrali nucleari in Italia non saranno quelle “di grande taglia della terza generazione”, ma “gli Small Modular Reactor (SMR) e i reattori nucleari di quarta generazione (AMR)”, comunica il ministro Gilberto Pichetto. “Tutti gli analisti ci dicono che con le attuali conoscenze sull’energia, per riuscire a dare sicurezza [energetica] a 30 anni, 40 anni, l’unica soluzione è il nucleare”, aggiunge il titolare del MASE.

Che in un’intervista a Repubblica ribadisce l’intenzione di riportare l’Italia pienamente nel novero delle nazioni che si affidano all’atomo: “L’Italia deve continuare a essere protagonista nei grandi progetti internazionali, sia di fissione che di fusione, in cui sono coinvolte aziende nazionali, anche con commesse rilevanti. Vogliamo sdoganare il tema a livello nazionale”.

I lavori della Piattaforma dovranno poi confluire in una vera e propria strategia nazionale: “I risultati del lavoro della Piattaforma nazionale per il nucleare sostenibile saranno la base per valutare l’elaborazione e l’adozione da parte dell’Italia di una Strategia nazionale per il nucleare sostenibile”, ha detto Pichetto in un question time alla Camera.

A spingere ancor più sull’acceleratore ci pensa il vice-premier Matteo Salvini. Secondo il ministro dei Trasporti, “l’Italia non può perdere tempo: dev’essere chiaro l’obiettivo di tornare a produrre energia pulita e sicura tramite il nucleare, a partire dai prossimi anni”. Parla invece di “vicolo cieco economico e ambientale” il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli. Che annuncia: “Se il governo intende proseguire su questa strada la risposta sarà chiara: ci sarà un nuovo referendum”.

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