Rinnovabili • Gas dall’Algeria: in arrivo 9 miliardi di m3 in più Rinnovabili • Gas dall’Algeria: in arrivo 9 miliardi di m3 in più

Riscritto il Piano Ue emergenza gas, fioccano le esenzioni

I paesi Ue stravolgono il piano della Commissione per risparmiare gas in vista dell’inverno. Tutti i paesi ottengono le esenzioni volute. Ma ci sono dubbi sull’efficacia: la proposta originaria tagliava 45 mld m3 di gas, la nuova versione forse appena 30

sicurezza del gas
via depositphotos.com

Il Coreper ha lavorato alla nuova versione del Piano Ue emergenza gas

(Rinnovabili.it) – Gli obiettivi sul taglio dei consumi di gas potranno diventare obbligatori, ma con ampie esenzioni per alcuni gruppi di paesi. A decidere quando scatta l’allerta non sarà la Commissione su richiesta di appena 3 paesi, ma la maggioranza dei Ventisette. E nel caso fosse necessario bloccare alcuni settori industriali per risparmiare gas, settori chiave come chimico e acciaio non saranno toccati. Sono i punti più importanti del nuovo accordo per il Piano Ue emergenza gas raggiunto ieri dagli ambasciatori dei paesi europei riuniti nel Coreper.

Cosa non piaceva del Piano Ue emergenza gas proposto dalla Commissione

La scorsa settimana, la Commissione ha presentato l’atteso Piano Ue sul gas. Il documento stabilisce come risparmiare immediatamente gas e cosa fare in caso di emergenza quest’inverno. Ma la proposta dell’esecutivo Ue non è piaciuta quasi a nessuno dei Ventisette.

Molti i contrari a un taglio lineare, uguale per tutti, del consumo di gas del 15%. Altro aspetto controverso è la natura di questi target: da principio volontari, ma in caso di emergenza diventerebbero obbligatori. Da più parti, il meccanismo con cui la Commissione si vuole arrogare il diritto di imporre tagli obbligatori è giudicato inaccettabile. Viene contestato il fatto stesso che sia l’esecutivo Ue, e non il Consiglio, a prendere una decisione del genere.

Il Coreper riscrive il Piano per tagliare i consumi di gas

Nei giorni scorsi non sono mancate le prese di posizione pubbliche contro il Piano Ue emergenza gas. Portogallo, Spagna e Grecia hanno detto chiaramente che non avrebbero accettato quelle condizioni. Negli incontri informali tra funzionari il fronte del no si è rivelato ancora più ampio, almeno 12 paesi su 27.

Così ieri, durante la riunione del Coreper, gli ambasciatori dei paesi membri hanno sbianchettato il Piano Ue sul gas facendo una sintesi delle diverse posizioni. Il documento ha trovato un’ampia maggioranza a sostegno e dovrebbe essere approvato oggi dai ministri dell’Energia europei senza modifiche sostanziali.

Anche se restano i dubbi che sia abbastanza efficace. La proposta originaria avrebbe tagliato 45 miliardi di metri cubi di gas, secondo le stime della Commissione (prima della guerra in Ucraina, l’Ue ne importava 155 da Mosca). La versione rimaneggiata dovrebbe arrivare “quasi” agli stessi volumi, calcolano gli ambasciatori Ue. Ma altre voci sostengono che il totale sia più vicino a 30 che a 45 mld m3.

Un ammorbidimento che arriva lo stesso giorno in cui la Russia ha annunciato un’ulteriore stretta sul gas, riducendo dal 27 luglio le forniture al 20% della capacità del Nord Stream. E rendendo così più difficile raggiungere l’obiettivo degli stoccaggi pieno all’80% entro il 1° novembre, fissato dal Piano RePower EU per superare in sicurezza l’inverno.

Le modifiche più importanti al Piano Ue sul gas

Tagli volontari – Questa parte non è stata modificata. Resta il target del 15% su base volontaria, uguale per ogni paese.

Tagli obbligatori – Resta anche la possibilità di trasformare i tagli da volontari a obbligatori. Ma fioccano le eccezioni. Con una ratio di fondo: se il Piano Ue emergenza gas è basato sulla solidarietà, allora non ha senso che chi non può comunque inviare gas agli altri paesi Ue debba tagliare i consumi del 15%.

Le eccezioni più rilevanti riguardano i paesi che non sono connessi alla rete europea del gas (Cipro, Malta, Irlanda), i paesi che esportano gas ad altri ma hanno dei colli di bottiglia infrastrutturali (come la Spagna), e i paesi che hanno livelli di stoccaggio praticamente ai massimi. Su quest’ultimo punto, non è chiaro se il nuovo accordo preveda una soglia precisa.

Per tutti i paesi che rientrano in queste categorie, i tagli saranno sì obbligatori ma con percentuali inferiori al 15%. Di nuovo, non ci sono ancora dettagli sulle nuove quote o su come verranno calcolate.

Altre esenzioni – Ci sono poi altre esenzioni o ammorbidimenti. I paesi che hanno già ridotto molto i consumi di gas a inizio 2022 potranno far valere quelle quantità nel target del 15%. È il caso di Olanda e Danimarca, ad esempio. Inoltre, tutto il gas stoccato che eccede l’80% della capacità nazionale di storage potrà essere dedotto dal taglio del 15%. Non saranno poi toccati alcuni settori produttivi ritenuti cruciali, come chimico e acciaio.

Un’eccezione rilevante riguarda i grandi paesi industriali (leggi: Germania). Potranno richiedere che il gas necessario ai settori industriali considerati critici non venga calcolato nel totale dei consumi da tagliare.

Allerta – Non sarà più la Commissione a decidere quando dichiarare l’allerta che fa scattare i tagli obbligatori, e cambiano anche i criteri. La decisione spetterà al Consiglio, che voterà a maggioranza. La proposta originaria prevedeva tagli obbligatori per tutti su richiesta di 3 paesi. (lm)