Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha formalmente inviato alla Commissione europea la proposta di aggiornamento del PNIEC
Fumata bianca per il Piano Nazionale Integrato Energia Clima
(Rinnovabili.it) – Inviata a Bruxelles la proposta italiana 2023 del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). Stavolta la versione integrale. Lo ha annunciato la sera del 19 luglio il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energia accompagnando la breve nota stampa con la bozza del documento. Il testo rivede al rialzo la maggior parte dei target del PNIEC 2020, per far propria l’ambizione delle nuova ambizione delle politiche europee in tema di clima ed energia. Come spiega il MASE, il PNIEC italiano stabilisce “gli obiettivi nazionali al 2030 su efficienza energetica, fonti rinnovabili e riduzione delle emissioni di CO2, come anche quelli in tema di sicurezza energetica, interconnessioni, mercato unico dell’energia e competitività, sviluppo e mobilità sostenibile”. Ma apre anche le porte ad alcuni temi nuovi, come il ricorso alla cattura, trasporto e stoccaggio/utilizzo della CO2 (CCUS) e il nucleare, seppur rimanendo solo nell’ambito della ricerca.
Nel complesso il tragitto che ne viene fuori, per stessa ammissione del dicastero, permettere di raggiungere “quasi tutti i target comunitari”.
Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, le rinnovabili
Complessivamente la proposta PNIEC 2023 dell’Italia mira a perseguire un obiettivo di “copertura rinnovabile” dei consumi energetici finali lordi del 40,5% entro la fine del decennio. Ossia 10,5 punti percentuali in più rispetto alla versione approvata nel 2020.
FER elettriche
Nel settore elettrico la quota dei consumi elettrici complessivi nazionali coperta da fonti rinnovabili sarà pari al 65%. In questo segmento il Piano nazionale Energia e Clima stima una produzione 2030 di 238 TWh, al netto della quota non integrabile, la cosiddetta “overgeneration”. Per soddisfare tali obiettivi entro la fine del decennio il solare italiano – fotovoltaico più solare a concentrazione – dovrà contare su una capacità di 79,9 GW (erano 52 GW quelli previsti nel PNIEC 2020); l’eolico su 28,1 GW (contro 19,3 GW), di cui 2,1 GW di turbine offshore; la geotermia su 1 GW (contro 950 MW); le bioenergie su 3 GW (contro i 3,7 GW del PNIEC 2020). Pressoché stabile, invece, il contributo dell’idroelettrico.
FER termiche
Nel settore termico la quota dei consumi complessivi per riscaldamento e raffrescamento coperta da FER dovrà essere del 36,7%. A titolo di confronto la quota consumi termici rinnovabili stabilita nel vecchio PNIEC era del 33,9%. Entrando nel dettaglio, il nuovo PNIEC italiano prevede consumi 2030 di biometano di 3.724 ktep, 6.155 ktep per le altre bioenergie, 829 ktep di solare termico, 158 ktep di geotermia e ben 5.699 ktep di energia ambiente da pompe di calore.
FER nei trasporti
Nell’ambito trasporti, invece, il Piano nazionale Energia e Clima prevede una quota dei consumi complessivi coperta da fonti rinnovabili pari al 30,7%. Ossia circa 8 punti percentuali in più rispetto al vecchio Piano. In questo caso l’Italia decide di puntare su un mix di elettrificazione diretta dei trasporti e utilizzo dei biocarburanti. Per i biofuel di prima generazione, i cosiddetti single counting, il nuovo PNIEC italiano stima un incremento in termini assoluti a 950 ktep nel 2030, pari al 2,3% del consumo complessivo dei trasporti. Sul fronte di biocarburanti avanzati prevede invece di superare l’obiettivo specifico previsto dalla direttiva RED III, pari al 5,5% al 2030. Per i biocarburanti da oli vegetali esausti e grassi animali, in linea con il precedente PNIEC, il testo prevede incremento fino al valore di 2,5% (con contributo finale pari al massimo al 5% con il doppio conteggio).
In tema di vettore elettrico, il Piano stima per la fine del decennio circa 6,6 milioni di veicoli con la spina, di cui circa 4,3 milioni full electric e prospetta l’introduzione di quote obbligatorie di veicoli elettrici specificatamente per il trasporto pubblico. Per i carburanti rinnovabili non biologici (RFNBO), in cui rientra l’idrogeno verde, il Piano indica un contributo pari ad “almeno” il 2% dei consumi settoriali complessivi.
L’idrogeno nel nuovo PNIEC italiano 2023
Un capitolo a sé lo merita l’idrogeno verde. Per il vettore gli obblighi di uso al 2030 porterebbero a consumi di circa 0,25 Mton l’anno. Il Piano stima che almeno l’80% di tale domanda sarà prodotta in Italia, importando il resto. Questo significa che sarà necessario realizzare nei confini nazionali almeno 3 GW di elettrolizzatori. Il documento riporta in chiaro anche la quota di idrogeno da FER rispetto al totale dell’idrogeno usato nell’industria che al 2030 sarà del 42%.
Efficienza energetica al 2030
In termini di efficienza energetica, l’Italia punterà a 73,42 Mtep di risparmi di energia finale da conseguire tramite politiche attive nel periodo 2021-2030, a fronte dei 51,4 Mtep previsti al 2030 dal precedente PNIEC. “Una quota dei risparmi energetici cumulativi suddetti – si legge nel PNIEC 2023 – […] sarà realizzata presso le famiglie in condizioni di povertà energetica, i clienti vulnerabili e, se del caso, le persone che vivono negli alloggi sociali”. Lo scenario nazionale con politiche, che interiorizza l’effetto sulla riduzione dei consumi delle misure
attuate e pianificate, stima un consumo finale di circa 100 Mtep e un consumo di energia primaria di 122 Mtep.