di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – Una strategia che viaggia su un orizzonte nell’arco di cinque anni. Confermato il trend di crescita e l’evoluzione verso un modello sostenibile basato su tre pilastri: ambiente, socio-economia e innovazione. Questi i punti centrali del Piano industriale al 2024 approvato dal consiglio d’amministrazione del Gruppo Hera.
“In un anno particolare e pieno di incertezze – dichiara il presidente esecutivo di Hera, Tomaso Tommasi di Vignano – abbiamo chiuso il bilancio sopra le stime, a conferma della sensazione complessiva di solidità dell’azienda e della soddisfacente gestione di un esercizio complicato. Era difficile fare solo delle previsioni ma noi le abbiamo battute. Anche nella costruzione del nuovo piano, improntato alla crescita degli investimenti, il 2021 si presenta gravido di incertezze in generale ma abbiamo mantenuto il nostro percorso di investimenti e di crescita, e la nostra capacità di dare soddisfazione agli investitori, cosa che non è mancata neppure nel 2020. Il business plan – osserva Tommasi – privilegia il mondo delle reti, di cui vogliamo accrescere la resilienza con interventi importanti, e quello dell’ambiente, in cui vogliamo mettere in campo importanti azioni di revamping di alcuni asset con l’aggiunta di nuovi impianti nel mondo della biodigestione”.
Per il 2020 il margine operativo lordo atteso è di circa 1,1 miliardi. Lo scorso anno Hera ha sostenuto investimenti pari a circa 540 milioni, sostanzialmente in linea con il 2019. Per il 2024 Hera stima di raggiungere un margine operativo lordo di 1,3 miliardi (più 215 milioni rispetto al 2019) e prevede investimenti industriali e finanziari complessivi per circa 3,2 miliardi, in media di 640 milioni all’anno per un volume significativamente superiore (di circa il 40%) rispetto alla media dell’ultimo quinquennio. Oltre la metà degli investimenti previsti, circa il 60%, sarà per progetti coerenti con gli obiettivi europei: il 42% andrà ad attività in linea con il Green deal, per la riduzione delle emissioni, la neutralità carbonica, la resilienza dei business e l’economia circolare. Il restante 18% sarà destinato all’evoluzione tecnologica.
“Hera da sempre gestisce tutte le proprie attività con un approccio sostenibile e integrato nelle strategie di business – rileva l’amministratore delegato, Stefano Venier – pertanto con il nostro nuovo Piano industriale possiamo promuovere un ulteriore sviluppo, con progetti dedicati alla circolarità e all’innovazione tecnologica, in piena coerenza anche con le linee dettate dall’Autority e raccogliendo i frutti di quanto già fatto in passato, anche in termini di premialità per la qualità del servizio. La nostra rotta è molto chiara e sfidante, tanto che ci siamo già posti anche target al 2030, mirando al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità sempre più ambiziosi sulla base dei rigorosi standard fissati dalla metodologia ‘Science based target iniziative’”.
Dal biometano al fotovoltaico
Lo schema di riferimento del nuovo Piano si compone di tre dimensioni: ambientale, socio-economica e innovazione. Nella dimensione ambientale rientrano la promozione dell’economia circolare attraverso il recupero, il riuso e la rigenerazione delle risorse, gli interventi per incrementare la resilienza delle infrastrutture, in chiave di prevenzione e mitigazione dei rischi e, più in generale, tutte le azioni per la lotta ai cambiamenti climatici, puntando su bioenergie e gas ‘verdi’ come biometano, idrogeno e green syngas, ed efficienza energetica.
Nella filiera ambiente Hera intende consolidare la leadership nazionale, a partire dal ciclo integrato dei rifiuti, dove Herambiente ha un parco impiantistico all’avanguardia e in linea con le best practice europee, oggetto di continue innovazioni per gestire al meglio le risorse e massimizzarne il riutilizzo. Complessivamente l’obiettivo di Hera nell’arco del Piano è produrre oltre 15,5 milioni di metri cubi all’anno di biometano da rifiuti organici, più che raddoppiando l’attuale quantitativo. Altre sinergie verranno dalla piattaforma ambientale per rifiuti pericolosi e non pericolosi che sorgerà a Ravenna grazie alla nuova società nata dall’accordo con Eni Rewind a novembre dell’anno scorso. Poi, punta a estendere la clientela anche grazie alla propria offerta di soluzioni sostenibili e integrate che coinvolgono il ciclo dei rifiuti, l’acqua e l’energia, e a sviluppare nuove opportunità per l’economia circolare grazie a collaborazioni e progetti dedicati al riuso.
Hera punta a riconfermarsi gestore dei servizi di igiene urbana negli ambiti in Emilia-Romagna: in base alla lunghezza temporale del Piano sono previste le gare per le concessioni nei territori di interesse, al servizio di circa 2,5 milioni di cittadini. L’assegnazione alla multiutility consentirà di estendere la tariffa puntuale a oltre 420mila utenti, rispetto agli attuali 180mila, con effetti sulla raccolta differenziata; per la quale è previsto un ulteriore incremento, anche qualitativo, passando dal 64,6% del 2019 al 75% del 2024 (con iniziative di coinvolgimento e comunicazione, e l’aiuto dell’innovazione attraverso l’introduzione della gestione da remoto di 100mila cassonetti evoluti nell’arco di 10 anni). In crescita anche i contenitori per la raccolta degli oli esausti conferiti dai cittadini, che – grazie al recente rinnovo dell’accordo con Eni – saranno usati per ricavarne biocarburanti, alimentando un maggior numero di mezzi di Hera per la raccolta dei rifiuti.
Per quanto riguarda l’abbattimento delle emissioni di CO2 – viene spiegato – in linea con l’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, si intende puntare a un taglio di oltre il 15% al 2024 e di circa il 33% al 2030, in entrambi i casi rispetto al 2019, considerando sia le emissioni del gruppo sia quelle dei suoi clienti, in relazione alla vendita di energia elettrica e gas. Il contributo alla decarbonizzazione e al risparmio delle risorse si realizzerà anche attraverso la diminuzione dei consumi del gruppo stesso: per il 2024 è prevista una riduzione del 7% dei consumi energetici (rispetto al 2013) e del 17% dei consumi idrici interni. In una visione che punta al 2030, il gruppo continuerà poi a impegnarsi per l’economia circolare, con l’aumento del 150% dei quantitativi di plastica riciclata da Aliplast, l’incremento del tasso di riciclo degli imballaggi a oltre il 75%, e la crescita del tasso di riciclo dei rifiuti urbani al 67%. Nel ciclo idrico verranno introdotte tecnologie all’avanguardia per il controllo e rimozione degli inquinanti per migliorare ulteriormente la qualità dell’acqua. Hera continuerà a puntare sul teleriscaldamento; l’obiettivo al 2024 è servire oltre 100mila unità abitative equivalenti.
Già oggi terzo operatore nazionale nel settore energy, continuerà a puntare all’ampliamento della base clienti, con particolare attenzione al mercato elettrico: l’obiettivo è raggiungere i 4 milioni di unità nel 2024, con un incremento di oltre 70mila clienti all’anno, grazie anche al superamento del mercato di maggior tutela elettrica. Tra le offerte spiccheranno quelle tarate sulle diverse caratteristiche dei clienti e orientate alla sostenibilità, con sempre più forniture ‘verdi’, tenendo presente che già oggi tutti i clienti retail usufruiscono di energia al 100% da fonti rinnovabili, invio di bollette digitali e iniziative di sensibilizzazione sul risparmio energetico. E’ previsto anche un incremento delle attività per la riqualificazione energetica e degli impianti termici dei condomini mentre si svilupperanno le soluzioni rivolte a clienti industriali e Pubbliche amministrazioni.
Tra le nuove offerte potrà essere introdotto anche il fotovoltaico per condomini e privati, che potranno così usufruire di incentivi per l’installazione grazie alle detrazioni. Inoltre Hera realizza soluzioni circolari e di efficienza energetica anche nell’ambito dell’illuminazione pubblica; si prevede al 2024 la gestione di 660mila punti luce, investendo sempre più in sistemi per l’efficienza e la resilienza e delle telecomunicazioni, con offerte di sicurezza informatica integrate con il settore energy e soluzioni per le smart city. Il gruppo sta approfondendo anche il contributo che potrà arrivare dallo sviluppo dell’idrogeno in una prospettiva sia di evoluzione e predisposizione dei propri asset, a cominciare dalle reti di distribuzione gas, oltre che di nuove opportunità di business da raggiungere grazie alla propria piattaforma e in partnership con importanti operatori industriali.
La dimensione socio-economica mira invece a creare ‘valore condiviso’ per stakeholder e territori, facendo leva sugli asset fisici e commerciali, con i nuovi servizi a valore aggiunto per i clienti, le collaborazioni con partner esterni e i progetti di ascolto delle esigenze locali e sociali, ma anche quale esito di operazioni di integrazione o gare per l’assegnazione dei servizi regolati. La dimensione innovazione abbraccia le opportunità legate ad evoluzione tecnologica, digitalizzazione, intelligenza artificiale e analisi dei dati, per incrementare l’efficienza e la qualità dei servizi, con modalità di lavoro sempre più agili, nel mantenimento di un giusto equilibrio tra persone e tecnologia.