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Arrivano le indicazioni di Bruxelles sul piano energia clima dell’Italia

Nel complesso il Pniec italiano soddisfa la Commissione Europea che chiede, tuttavia, una serie di azioni per migliorare l'attuazione degli obiettivi energetici. Nel mirino il nuovo superbonus e le sovvenzioni dannose per l'ambiente

piano energia clima dell'Italia
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Pubblicata la valutazione finale del Piano energia clima dell’Italia

(Rinnovabili.it) – Il Piano energia clima dell’Italia è “sufficientemente ambizioso“. La Commissione Europea bolla così il documento contenente i prossimi passi nazionali sul percorso della decarbonizzazione. Dopo aver pubblicato, a settembre, la valutazione globale dei ventisette PNIEC, oggi l’esecutivo UE torna sul tema con un’analisi Paese per Paese. E sebbene l’esame comunitario promuova il documento italiano e i suoi obiettivi 2030, evidenzia al contempo una serie di debolezze e mancanze da sanare.

A spiegarne l’importanza è la stessa Commissaria europea all’Energia, Kadri Simson: “I piani nazionali per l’energia e il clima sono uno strumento essenziale per il nostro lavoro con gli Stati membri al fine pianificare le politiche e gli investimenti per una transizione verde e giusta. Ora è il momento di trasformare questi piani in realtà e usarli per farci uscire dalla crisi del Covid-19 con nuovi posti di lavoro e un’Unione dell’energia più competitiva”.

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La valutazione di Bruxelles mette in luce piccoli ma sostanziali nodi nel Piano energia clima dell’Italia. A cominciare dalla mancanza di una strategia nazionale di riqualificazione edilizia a lungo termine con cui accompagnare gli obiettivi di efficenza energetica. “L’Italia potrebbe anche prendere in considerazione ulteriori miglioramenti del nuovo credito d’imposta per i restauri e il risparmio energetico”, si legge nel testo. Il riferimento è ovviamente al nuovo superbonus 110%, entrato in vigore da poco ma le cui norme continuano ad essere affinate. Bruxelles suggerisce anche di “reindirizzare ulteriormente il sostegno pubblico verso la ristrutturazione di edifici pubblici e privati attraverso maggiori finanziamenti pubblici”. E , facendo leva sui bilanci UE e nazionali, puntare su meccanismi innovativi che potrebbero combinare sovvenzioni, prestiti, garanzie e sussidi.

Bene il taglio delle emissioni dove l’Italia fissa un target del -33% per il 2030 nei settori non ETS, che dovrebbe divenire un -35% grazie a misure pianificate nei settori della normativa sulla condivisione degli sforzi (ESR). Non vi sono però indicazioni precise su come il Paese intenda realizzare la regola del saldo neutro o positivo (regola di non addebito). La normativa europea prevede, infatti, che ogni Stato membro garantisca che le emissioni di CO₂ derivanti dai cambiamenti dell’uso del suolo siano interamente compensate da un’equivalente rimozione di carbonio dall’atmosfera attraverso un’azione nello stesso settore. In sostanze, se un Paese abbatte una foresta, è obbligato a compensare le emissioni di CO₂ prodotte piantando nuovi alberi o migliorando la gestione sostenibile di boschi, terreni e prati esistenti.

PNIEC italiano, sull’energia si può migliorare

Sufficienti gli obiettivi sulle rinnovabili (30% sui consumi finali) e quelli sulla sicurezza energetica, ma anche qui i consigli non mancano. L’esecutivo UE invita il Governo italiano a considerare di sfruttare anche il potenziale di altre nuove fonti e tecnologie. “Si potrebbero inoltre adottare ulteriori misure per preservare la produzione di energia rinnovabile esistente promuovendo, rinnovando e potenziando gli impianti esistenti, in particolare gli impianti eolici. L’Italia potrebbe anche fare leva sui progetti pilota esistenti per esplorare l’energia offshore innovativa nel Mediterraneo“.

Male, invece, il capitolo riguardante il mercato energetico interno dove mancano “obiettivi, tappe e scadenze chiari per realizzare le riforme e le misure previste”. Il Piano energia clima dell’Italia include anche un elenco di sussidi energetici, in particolare per i combustibili fossili, che verranno gradualmente eliminati. “Tuttavia, le azioni specifiche per cancellare le sovvenzioni dannose rimangono limitate”, scrive Bruxelles.

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Un ulteriore appunto arriva sulle misure di lotta alla povertà energetica. Sul tema, spiega la valutazione, “l’Italia riporta il numero di famiglie colpite ed elenca diverse misure esistenti […] e quelle future che saranno attuate. Tuttavia, il piano non fissa alcun obiettivo specifico e misurabile per il 2030 e include solo una stima di una leggera riduzione dell’incidenza della povertà energetica come proiezione delle tendenze esistenti”.

Leggi il documento integrale della Commissione europea