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Piano di ripresa italiano, “nemmeno un euro ai combustibili fossili”

Piano di ripresa italiano,
via depositphotos.com

La versione “ambientalista” del Piano di ripresa italiano

(Rinnovabili.it) – Il Piano di ripresa italiano non dovrebbe concedere nemmeno un euro ai combustibili fossili. Al contrario, dovrebbe puntare su innovazione, importanti e concreti progetti verdi, e riforme. È questa la ricetta proposta dalle principali associazioni ambientaliste italiane per il nostro PNRR. WWF, Legambiente, Greenpeace, Transport & Environment e Kyoto Club hanno pubblicato oggi un documento congiunto in cui elencano le misure da includere nella revisione del Piano, per accelerare la lotta climatica nazionale. Un testo sintetico che pone obiettivi precisi ma evidenzia anche tutti gli ambiti chiave dove agire.

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Le organizzazioni chiedono che almeno la metà delle risorse del fondo Next Generation EU sia indirizzato a progetti legati alla decarbonizzazione, promuovendo le rinnovabili e la loro integrazione in rete, l’efficienza energetica, l’elettrificazione dei trasporti e la conversione dei processi industriali. Nel dettaglio:

“I capitoli di spesa – scrivono – siano accompagnati da un programma di riforme aggiuntive a quelle richieste dal semestre europeo, in coerenza ed a supporto di strategie settoriali di lungo periodo per ciascuna delle dimensioni significative (rinnovabili, trasporti, efficienza, industria)”.

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Alla lista di progetti pro decarbonizzazione, le 5 organizzazioni associano anche un elenco di esclusione. Parliamo di quei progetti e soluzioni che, secondo gli ambientalisti dovrebbero rimanere fuori dai fondi NGEU. No quindi ai combustibili inquinanti, in particolare al gas naturale, alle tecnologia di cattura e stoccaggio del CO2 e ai processi di trattamento dei rifiuti che favoriscono a valle l’impiego di fonti fossili, quali la plastica.

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