Secondo Bloomberg News, l'esecutivo UE sta cercando di trovare un equilibrio tra il rilancio dell'economia e i vincoli verdi.
Le anticipazioni sul piano di recupero UE mostrano limiti e potenzialità
(Rinnovabili.it) – Secondo alcuni documenti pubblicati da Bloomberg News, l’Unione Europea proporrà un massiccio piano di stimolo economico che contemplerà un bando di energia rinnovabile da 15 gigawatt e aste per l’idrogeno verde. Il piano di recupero UE dovrebbe essere presentato già domani (27 maggio), includendo anche una proposta per il prossimo bilancio dell’UE.
Leggendo i documenti, il piano di recupero UE “Green Deal Recovery” si presenta come una rielaborazione della tabella di marcia prevista dal blocco per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2050. Ma l’epidemia di coronavirus e l’incapacità di concordare sul prossimo quadro di spesa settennale dell’UE hanno creato divisione tra alcuni Stati membri, inquieti per le conseguenze economiche del coronavirus.
I punti salienti del documento includono da 60 a 80 miliardi di euro per accelerare le vendite di veicoli elettrici (con un’esenzione dall’IVA sul valore aggiunto), finanziamenti doppi per le reti di ricarica, 91 miliardi di euro all’anno e un piano di mutui verdi a sostegno del retrofit energetico degli immobili, 10 miliardi di euro per finanziare 7,5 gigawatt all’anno di energia solare ed eolica, e fino a 30 miliardi in finanziamenti per l’innovazione sull’idrogeno verde.
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Rispetto all’idrogeno, “il piano di recupero UE prevede l’adozione di un sistema di contratto per differenza (CFD) per il carbonio relativo ai progetti di idrogeno verde, che agisce efficacemente come copertura contro l’instabilità dei prezzi del carbonio“, spiega Bloomberg News. Un sistema del genere “darebbe stabilità agli investitori e consentirebbe loro di scavalcare l’attuale fase di abbassamento dei prezzi di CO2″, aggiunge Bloomberg. I prezzi del carbonio in Europa, attualmente intorno a 21 euro per tonnellata, potrebbero infatti aumentare di sette volte entro il 2030.
Nel piano di recupero UE, inoltre, le gare di energia solare ed eolica per 15 GW arrivano in un momento in cui i prezzi dell’energia elettrica all’ingrosso sono bassi. Tuttavia, secondo gli esperti, il piano potrebbe lasciare indietro i paesi che necessitano di maggiore stimolo economico. “Dobbiamo pensare chi beneficerà di questa offerta”, ha detto Lisa Fischer, esperta di E3G. “Andrà tutto all’eolico offshore nel Mare del Nord? Come si può garantire un equilibrio in termini di creazione di posti di lavoro e filiera produttiva?”.
Nonostante questi dettagli non da poco, secondo Bloomberg “l’esecutivo UE sta cercando di trovare un buon equilibrio tra il rilancio dell’economia e i vincoli verdi”. Finora, 17 dei 27 Stati membri hanno concordato, in linea di principio, nel collegare la ripresa dalla pandemia al Green Deal europeo. Però, al di là dei singoli governi nazionali, Reclaim Finance ha riferito che le attività di soccorso della BCE includono anche un significativo aiuto per le società di combustibili fossili.
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Infatti, le principali compagnie petrolifere e del gas, tra cui Shell e Total, che prevedono di aumentare le loro produzioni rispettivamente del 38% e del 12% dal 2018 al 2030, figurano nell’elenco delle attività finanziate dalla Banca Centrale. Le società inquinanti rappresentano il 63% degli acquisti di beni aziendali dell’istituto, il che potrebbe significare fino a 132 miliardi di euro per i soli acquisti di beni in risposta all’emergenza covid-19.
In risposta, Paul Schreiber, attivista di Reclaim Finance, sottolinea “l’urgenza di porre fine al principio di neutralità del mercato che guida gli acquisti di attività, principio anacronistico in un contesto di emergenza climatica. La BCE deve escludere immediatamente le imprese più inquinanti dai suoi acquisti di attività e richiedere impegni per eliminare gradualmente il carbone e i combustibili fossili”.