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Cosa prevede il Piano d’azione UE per l’acciaio e i metalli?

Cosa prevede il Piano d’azione UE per l’acciaio e i metalli?
via depositphotos.com

Rivitalizzare un settore strategico per l’Europa e in forte difficoltà. Trovando un bilanciamento fra competitività dell’industria, sostenibilità economica e aspetti climatici. Attraverso misure energetiche, prevenzione del carbon leakage attraverso il CBAM e misure di salvaguardia per proteggere le capacità industriali europee. È il cuore del Piano d’azione UE acciaio e metalli che la Commissione Europea presenterà in settimana, secondo l’ultima bozza del documento visionata da Euractiv.

Piano d’azione UE acciaio e metalli, le misure per rilanciare il settore

L’industria siderurgica e dei metalli europea sta perdendo progressivamente competitività globale, con una quota di produzione mondiale di acciaio ridotta al 7-8% e una capacità di utilizzo degli impianti ferma al 65%, ben al di sotto del livello di sostenibilità economica che si attestano all’85%. 

Il Piano d’azione UE acciaio e metalli rappresenta un tassello nella strategia della Commissione per invertire la rotta. Vediamo le misure principali nel dettaglio.

Misure energetiche, chiave per la competitività

I costi energetici rappresentano il principale fattore di competitività per le industrie dei metalli. Prima della crisi energetica, questi costi costituivano circa il 17% dei costi di produzione per il settore dell’acciaio e il 40% per l’alluminio, arrivando fino all’80% nel picco della crisi del 2022. 

Nonostante un certo miglioramento, i prezzi energetici europei restano significativamente più alti rispetto ai concorrenti globali: nel 2025, i prezzi dell’elettricità nell’UE sono 2-3 volte superiori a quelli statunitensi, mentre i prezzi del gas naturale sono quasi cinque volte più elevati.

Per affrontare questa sfida, il Piano d’Azione propone diverse misure concrete:

La misura principale consiste in uno strumento di aiuti di Stato basato su accordi di acquisto di energia pulita (Power Purchase Agreements, PPA), condizionato all’impegno dell’industria a consumare elettricità pulita. 

Inoltre, la Commissione darà linee guida agli Stati membri sulla progettazione di schemi di supporto pubblico attraverso contratti per differenza (CfD) bidirezionali.

Gli Stati membri sono incoraggiati a utilizzare tutte le flessibilità previste dalla legislazione energetica europea e dalle regole sugli aiuti di Stato. Il nuovo quadro di aiuti di Stato per il Clean Industrial Deal, la cui adozione è prevista nel 2° trimestre del 2025, fornirà ulteriori flessibilità e semplificazioni per consentire agli Stati membri di accelerare il sostegno alla decarbonizzazione industriale.

Saranno poi presentate delle linee guida per la compensazione dei costi indiretti del sistema ETS. Si darà agli Stati membri la possibilità di compensare i costi del carbonio trasferiti attraverso le bollette elettriche per determinati settori esposti al commercio e ad alta intensità di carbonio. L’esecutivo UE vuole rendere questo strumento permanente dopo il 2030, in concomitanza con la revisione dell’ETS prevista per il 2026.

Modifiche al CBAM, il meccanismo di tassazione della CO2 alla frontiera

Le novità principali relative al Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) europeo previste nel Piano d’Azione includono:

Misure di salvaguardia per proteggere le capacità industriali europee

Per garantire la tutela della capacità industriale esistente, riattivare la capacità inutilizzata ad oggi, e dare garanzie contro pratiche commerciali sleali, il Piano d’Azione UE acciaio e metalli prevede:

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