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Piano clima 2030, il Canada chiede pochi sacrifici all’oil&gas

Compagnie petrolifere, del gas e delle sabbie bituminose dovranno tagliare le emissioni solo del 42% rispetto al picco del 2019. Per farlo godranno di sgravi fiscali e potranno installare tecnologia CCS sfruttando i proventi di una tassa ad hoc

Politica climatica: le promesse elettorali di Trudeau per un Canada verde
credits: Caribb via Flickr

Il 7° inquinatore mondiale presenta il suo Piano clima 2030

(Rinnovabili.it) – Entro 8 anni il settore dell’oil&gas del Canada deve tagliare le sue emissioni di gas serra del 42%. Rispetto ai livelli del 2019, cioè il picco storico. Rapportato ai livelli del 2005, la riduzione è appena del 30%. È il magro contributo dell’influente industria degli idrocarburi canadese al piano clima 2030 presentato ieri dal premier Justin Trudeau.

Petrolio, gas e sabbie bituminose dovranno quindi ridurre le loro emissioni da 191 a 110 Mt. E per farlo, il piano di Trudeau conferma gli annunci dei mesi scorsi: il governo prevede una nuova tassa per coprire in parte gli investimenti dell’industria. In pratica, i costi della transizione li pagano direttamente i cittadini. Quanto vale questa tassa, e quanto copre della spesa del settore oil&gas resta ancora da vedere: i dettagli arriveranno con il prossimo budget federale.

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Nessuna sorpresa invece sull’obiettivo generale, il calo del 40% delle emissioni di gas serra rispetto al 2005 entro fine decennio. Punto su cui Trudeau si era già impegnato. Lo scorso aprile, complice il pressing serrato di USA e UE, il Canada ha alzato l’obiettivo al 40-45% entro fine decennio dal 30% promesso nel 2015.

Per accompagnare la transizione, il prezzo del carbonio dovrebbe passare dagli attuali 50 dollari a circa 170 a fine decennio. Inoltre, il governo potrebbe introdurre come misura aggiuntiva (ancora allo studio) un meccanismo di prezzo del carbonio alla frontiera analogo a quello su cui sta lavorando l’UE (il Carbon Border Adjustment Mechanism, Cbam).

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Il piano di Trudeau prevede poi oltre 9 miliardi di investimenti per accelerare la diffusione di veicoli a zero emissioni e – altro favore all’industria fossile – per coprire sgravi fiscali alle compagnie che installano tecnologie per la cattura e lo stoccaggio della CO2. Previste anche altre voci di investimento per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e per decarbonizzare il trasporto pesante. Il piano, infatti, fissa degli obiettivi graduali per l’elettrificazione della flotta di tir e veicoli leggeri e medi per il trasporto.