(Rinnovabili.it) – I ricercatori dell’EPFL – Laboratory of Engineering and Environmental Geology di Losanna, stanno sviluppando un nuovo metodo di pianificazione urbana per sfruttare al meglio le risorse del sottosuolo, costruendo una rete di città sotterranee.
Il Deep City Method è un vero e proprio modello di sviluppo, concepito per aiutare gli urbanisti ad affrontare il problema dell’inurbamento e della continua crescita della popolazione.
Partendo da alcuni casi di “città sotterranee” esistenti, come il complesso di negozi e ristoranti di Montreal, il centro industriale sviluppato sotto Helsinki ed i progetti proposti per Parigi, Amsterdam o Tokyo, i ricercatori del Politecnico di Losanna hanno sviluppato una proposta di progetto per la pianificazione urbana sotterranea di 4 città svizzere e 4 cinesi.
DEEP CITY METHOD – Il metodo di pianificazione urbana sviluppato dal Politecnico di Losanna prevede di sfruttare simultaneamente il sottosuolo in quanto risorsa, attraverso ad esempio l’energia geotermica o i geomateriali, ed in quanto spazio aggiuntivo per accogliere i servizi e le infrastrutture delle città, come le stazioni dei treni, le linee del trasporto pubblico, i centri commerciali o addirittura percorsi pedonali coperti in caso di maltempo.
Il Deep City Method andrebbe ad aggiungersi al tradizionale sistema legislativo di pianificazione del terreno, prevedendo la possibilità di sfruttare i primi 100 metri del sottosuolo liberando così lo spazio in superficie, una risorsa già fin troppo limitata.
Accanto alla proposta di pianificazione urbana sotterranea per Ginevra, Zurigo, Losanna e Berna, i ricercatori dell’EPFL stanno sviluppando un masterplan 3D per la città cinese di Suzhou che secondo le previsioni entro il 2015 potrebbe raggiungere i 5 mln di abitanti, proponendo un vero e proprio sistema giuridico di governo del sottosuolo anche dal punto di vista ambientale ed economico. Lo scopo è quello di arrivare a definire una città sotterranea alimentata da energia pulita, dotata di green building, infrastrutture, mobilità sostenibile e quant’altro, liberando invece la superficie per la vegetazione, i parchi e gli spazi comuni.
Una proposta simile, altrettanto futuristica era arrivata da Norman Foster con “Thames Hub“, una rete sotterranea di infrastrutture e servizi che attraversa l’intero Regno Unito.