Tra 40 mesi gli UK avranno ultimato l’abbandono graduale del carbone
(Rinnovabili.it) – La Gran Bretagna spegnerà la sua ultima centrale a carbone tra 40 mesi, nell’ottobre del 2024. Londra ha deciso di anticipare di un anno la data del phase out del carbone rispetto ai piani iniziali, in un tentativo di convincere più paesi a seguire il suo esempio in vista della Cop26 di Glasgow sul clima.
Sul suolo britannico restano soltanto 3 impianti ancora operativi. Quest’anno, a marzo, Londra ha spento la quart’ultima centrale a carbone ancora funzionante, quella di Drax nel nord dello Yorkshire. Il phase out del carbone anticipato riguarda l’impianto da 2 GW di Ratcliffe gestito da Uniper e due delle 4 unità da 500 MW ciascuna della centrale di West Burton A gestita da EdF.
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La generazione di elettricità da carbone è crollata verticalmente nell’ultimo decennio, complice il boom dell’eolico che ad oggi arriva a coprire circa un terzo del mix elettrico. La capacità installata di carbone è passata dai 15,6 GW del 2012 agli 0,5 GW dell’anno scorso. “Il Regno Unito ha compiuto enormi progressi nella riduzione dell’uso del carbone nel settore energetico, con il carbone che rappresenta solo l’1,8% del mix elettrico del Regno Unito nel 2020, rispetto al 40% di quasi dieci anni fa”, sottolinea l’esecutivo di Boris Johnson in una nota.
“Oggi stiamo inviando un chiaro segnale in tutto il mondo che il Regno Unito sta aprendo la strada nel consegnare l’energia a carbone ai libri di storia e che siamo seriamente intenzionati a decarbonizzare il nostro sistema energetico in modo da poter raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi climatici leader a livello mondiale”, ha commentato la ministra per l’energia e il cambiamento climatico, Anne-Marie Trevelyan.
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Quest’anno il carbone è stata una grossa pietra d’inciampo per il governo guidato da Johnson. Per mesi ha imperversato una polemica nata dall’ok di Londra a una nuova miniera di carbon coke in Cumbria. Il piano prevedeva un tempo di esercizio esteso almeno al 2049 e il coke estratto sarebbe servito per produrre acciaio. Ma il progetto era chiaramente in rotta di collisione con la traiettoria della ripresa verde UK e con l’impegno climatico assunto da Londra, che è stata poi costretta a rimettere il piano nel cassetto.