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Germania, phase out del carbone anticipato al 2030?

phase out del carbone
Olaf Scholz conduce i negoziati per la SPD ed è il probabile futuro cancelliere tedesco. Di Foto: Michael Lucan, Lizenz: CC-BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=110456026

Merkel fissò il phase out del carbone al 2038

(Rinnovabili.it) – Berlino potrebbe dire addio al carbone con 8 anni di anticipo. La nuova data è il 2030 ed è uno dei punti su cui sono d’accordo i tre partiti che stanno cercando di formare il primo governo post-Merkel. Il phase out del carbone è un tema centrale della transizione energetica tedesca ed è anche molto divisivo. Nel 2019 Merkel aveva negoziato con molta fatica una data con l’industria mineraria, il 2038, con l’ok arrivato solo dopo che l’esecutivo aveva dato ampie garanzie (e paracaduti) alle compagnie fossili. La cancelliera si era però rifiutata di anticiparla anche quando un tribunale, ad aprile di quest’anno, aveva costretto l’esecutivo a migliorare gli obiettivi climatici al 2030, portando dal 55 al 65% la riduzione delle emissioni. I suoi successori invece sembrano determinati a riaprire il dossier.  

Il phase out del carbone nell’agenda del nuovo governo tedesco

La nuova data per il phase out del carbone è scritta nel documento ufficiale (leggi qui, in tedesco) che riassume l’esito dei primi colloqui esplorativi fra i socialdemocratici della SPD, i Verdi e i liberali dell’FDP, che potrebbero formare presto una coalizione “semaforo” (chiamata così per i colori dei partiti, rosso giallo e verde).

Nel testo condiviso, si legge che “per raggiungere gli obiettivi di protezione del clima è inoltre necessaria un’eliminazione accelerata della produzione di energia elettrica a carbone. Idealmente, ciò sarà raggiunto entro il 2030. Dal punto di vista legislativo, si vorrebbe rimetter mano al provvedimento con cui era stato siglato il phase out del carbone al 2038, invece di partire da zero con un nuovo testo.

Il ruolo del gas

A questo punto il problema diventerà, ancor più di oggi, come garantire la sicurezza energetica del paese durante la transizione, visto che in parallelo la Germania sta per dire addio per sempre al nucleare con una decisione presa all’indomani del disastro di Fukushima del 2011. Su questo punto, i 3 partiti sono d’accordo su una “massiccia espansione delle energie rinnovabili” che va accompagnata alla “costruzione di moderne centrali elettriche a gas per soddisfare la crescente domanda di elettricità ed energia nei prossimi anni a condizioni competitive di prezzi”.

Il gas come energia per la transizione, quindi. Certo non una sorpresa per un paese che a breve riceverà nuovo gas dalla Russia attraverso il Nord Stream 2, appena completato. La nuova (possibile) coalizione di governo però non vuole restare inchiodata al gas per troppo tempo. “Le centrali elettriche a gas necessarie alla sicurezza dell’approvvigionamento attraverso le energie rinnovabili devono essere costruite in modo tale da poter essere convertite a gas climaticamente neutri (H2-ready), recita il documento facendo riferimento all’idrogeno.

Sul fronte delle rinnovabili

Tra le misure per rilanciare le rinnovabili in modo da raggiungere gli obiettivi sul clima di fine decennio, i tre partiti sono d’accordo su una serie di punti prioritari. Innanzitutto l’iter autorizzativo degli impianti: “accelereremo notevolmente il processo di pianificazione e approvazione”, si legge nel documento. Poi il passaggio a un sistema sempre meno centralizzato di produzione e consumo di elettricità: “vogliamo rafforzare l’espansione decentralizzata delle energie rinnovabili”.

Sul fotovoltaico, una delle proposte condivise prevede che “in futuro tutte le aree del tetto adatte saranno utilizzate per l’energia solare. Questo dovrebbe essere obbligatorio per i nuovi edifici commerciali e dovrebbe essere la regola per i nuovi edifici privati”. Una misura per limitare il consumo di suolo e agevolare l’installazione di nuova capacità.

Non manca il capitolo dell’eolico. Per quanto riguarda quello onshore, SPD Verdi e liberali scrivono di voler riservare il 2% del territorio tedesco per nuovi parchi eolici. A conti fatti si tratta di un po’ più di 7.000 km2, uno spazio grande come la città metropolitana di Torino o 8 volte la capitale del paese Berlino. Il documento riporta anche l’intenzione di potenziare il fronte dell’eolico offshore. Le nuove installazioni di solare ed eolico devono avere ripercussioni positive sui comuni che le ospitano: “Vogliamo garantire che i comuni beneficino finanziariamente delle turbine eoliche e dei più grandi parchi fotovoltaici a terra nella loro zona”.

(lm)

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