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Phase down delle fossili, anche l’Ue è per approvarlo alla COP27

Infrastrutture fossili: nel mondo in costruzione 24mila km di nuove pipeline
Photo by Helio Dilolwa on Unsplash

La proposta originaria sul phase down delle fossili arriva da Nuova Delhi

(Rinnovabili.it) – Mentre i negoziati a Sharm el-Sheikh proseguono senza colpi di scena e un accordo sui temi più caldi sembra lontanissimo, una vittoria “di bandiera” potrebbe arrivare da un dossier che non è mai stato realmente in agenda. Ma che sta iniziando a raccogliere consensi. Si tratta del phase down delle fossili, la riduzione graduale dell’uso di tutte le fonti fossili.

Lo ha proposto per prima l’India il 12 novembre, all’inizio della seconda settimana di discussioni alla COP27. Da principio l’idea è sembrata cadere nel vuoto. Reazioni poche, speranze ancor meno. Ieri però è arrivato l’endorsement da parte dell’Europa. Il terzo e il quarto inquinatore mondiale sarebbero d’accordo a inserire il phase down delle fossili nella cover decision di Sharm el-Sheikh.

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“Siamo favorevoli a qualsiasi richiesta di riduzione graduale di tutti i combustibili fossili”, ha dichiarato il vice presidente UE con delega al clima Frans Timmermans in una conferenza stampa in Egitto. “Ma dobbiamo anche assicurarci che questa richiesta non sminuisca i precedenti accordi sulla riduzione graduale del carbone, quindi se si aggiunge a quanto già concordato a Glasgow, l’UE sosterrà questa proposta”.

Era stata proprio l’India, un anno fa, a fare lo sgambetto al Patto sul clima di Glasgow sulle fossili. All’ultimo secondo, il delegato di Nuova Delhi aveva chiesto (e ottenuto) di modificare il phase out in phase down, l’eliminazione in riduzione. Non di tutte le fossili ma solo del carbone.

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Troppi entusiasmi sarebbero fuori luogo, anche se questa proposta dovesse trovare posto nella decisione finale della COP27. Impegnarsi per ridurre gradualmente le fossili non è garanzia, di per sé, dell’azione rapida, entro questo decennio, di cui c’è bisogno per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C. Può diventare facilmente uno specchietto per le allodole, un target di lungo periodo buono più per un paese che vuole ripulire la sua immagine climatica che per il clima stesso.

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