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L’Ue vuole ottenere il phase down delle fossili alla Cop28 di Dubai

Produzione di petrolio: l’Opec+ taglierà 1 mln di barili
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L’anno scorso a Sharm 80 paesi avevano chiesto, inascoltati, il phase down delle fossili

(Rinnovabili.it) – L’obiettivo dell’Ue alla Cop28? Includere il phase down delle fossili nelle conclusioni del vertice sul clima. Tutte le fossili: anche il petrolio e il gas. È questo uno dei punti più importanti della posizione comune che le diplomazie dei Ventisette stanno definendo in vista del summit che si terrà a dicembre a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.

“Sebbene il gas naturale abbia un ruolo nella transizione, il passaggio a un’economia neutrale dal punto di vista climatico richiede che il consumo ininterrotto di combustibili fossili raggiunga il picco già nel breve termine. L’Ue promuoverà sistematicamente un passaggio globale verso sistemi energetici privi di combustibili fossili non abbattuti ben prima del 2050”, si legge in una bozza del documento che stila la posizione Ue, visto da Reuters.

Se confermato, questo punto darebbe all’Europa il mandato per trovare sponde e alleati nei prossimi 10 mesi e presentarsi all’appuntamento emiratino con un consenso più ampio sul phase down delle fossili. Entro febbraio i ministri degli Esteri dei Ventisette dovranno dare l’ok. Che rimanga così com’è non è scontato: alcuni paesi stanno chiedendo un linguaggio più forte, ritornando al phase out (eliminazione) invece del semplice phase down (riduzione); altri paesi invece frenano.

Secondo l’Ipcc, tutti gli scenari emissivi che rispettano gli 1,5 gradi con uno sforamento (overshoot) limitato prevedono il picco di emissioni tra il 2020 e il 2025. Per raggiungerlo è indispensabile ridurre il consumo di combustibili fossili, data la poca diffusione odierna delle tecnologie per abbattere le emissioni.

A passo lento verso il phase down delle fossili

In ogni caso, far passare il phase down delle fossili nel comunicato finale non sarà impresa semplice. Non solo perché la presidenza della Cop28 è di tutt’altro parere, con Sultan al-Jaber che è stato al contempo inviato per il clima degli Emirati e ad dell’Adnoc, la compagnia petrolifera di bandiera. Soprattutto perché dopo l’occasione mancata alla Cop26 e l’intreccio di crisi energetica e guerra in Ucraina la strada è in salita.

A Glasgow, nel 2021, l’obiettivo era il phase out del carbone. Ma all’ultimo minuto, nella plenaria conclusiva, l’India si era opposta. Inventando la formula che poi è stata ripresa da tutti (segno che di voglia di dire addio alle fossili non ce n’è poi molta): phase down, appunto. L’anno scorso in Egitto è andata peggio. Alla Cop27 si è cercato di allargare il phase down a tutte le fossili, ma la presidenza egiziana non ha nemmeno voluto inserire il punto in una delle bozze di conclusioni. Nonostante ci fossero 80 paesi – quelli europei in testa – che lo chiedevano. Da questo numero, 80, Bruxelles proverà a ripartire.

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