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Ministro Patuanelli, dalla proroga del superbonus all’addio al carbone

In audizione al Senato, il numero uno dello Sviluppo Economico presenta gli aspetti ambientali del Piano di Ripresa Italiano. E annuncia: "Decreto Fer2 pronto entro la fine di novembre"

Patuanelli
Credit: MiSE

(Rinnovabili.it) – “Il Recovery non è uno strumento con cui dare risposte ordinarie. Noi dobbiamo individuare quelle misure straordinarie che non saremmo riusciti a implementare senza le risorse altrettanto straordinarie che abbiamo”. Così il ministro allo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli entra nel vivo di uno dei temi più caldi di questo autunno 2020: il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Il programma e gli aspetti più strettamente connessi alla transizione ecologica sono stati ieri al centro dell’audizione in Commissione ambiente a Palazzo Madama. In un lungo confronto streaming con i senatori, il numero uno del MiSE ha sottolineato come il Governo sia attualmente in fase di predisposizione dei progetti. L’impostazione di fondo che guida la costruzione del PNRR è quella di “farne uno strumento idoneo per contribuire ad assicurare al Paese le condizioni per una crescita sostenibile e inclusiva”.

Le novità sul decreto ministeriale FER 2

Partendo dal quadro generale, il Ministro Patuanelli ha cercato di sciogliere diversi nodi, dalla fiscalità ambientale a nuovi incentivi alle rinnovabili italiane. Nel dettaglio, rispetto all’atteso Decreto FER2 ha anticipato una possibile deadline: “Riteniamo che entro il mese di novembre possa essere in uscita dal ministero […] La pandemia ha determinato un rallentamento degli strumenti ordinari e la gestione del MiSE in questa fase è stata complessa”. Ritardi fisiologici, visto il drammatico quadro nazionale, su cui però oggi pesa anche la delusione dei bandi del Decreto Fer1.

No all’idrogeno blu

Il ministro ha anche ribadito la centralità della valorizzazione dell’idrogeno, tema su cui l’Italia, grazie alla rete SNAM, vanta risorse strutturali che quasi nessun altro Paese possiede. Risorse che ci rendono interessanti anche ai fini di diverse collaborazioni europee d extra UE. Ma – sottolinea Patuanelli – che l’idrogeno sia ottenuto da rinnovabili, o per lo meno lo sia quello incentivato dal Governo. “Io credo che oggi la sfida sia l’investimento nell’idrogeno verde e non in quello blu (prodotto dal gas con successiva cattura delle emissioni) che molto spesso assomiglia a greenwashing. Ritengo che la captazione e lo stoccaggio (della CO2) non siano la strada giusta da implementare […] Il percorso in 3-5 anni ci porterà ad avere un valore di produzione dell’idrogeno verde assolutamente competitivo. Quindi oggi dobbiamo investire su questo ed essere capaci di creare qui asset industriali”.

Confermata la chiusura di tutte le centrali a carbone per il 2025, per le quali tuttavia esclude la possibilità di una riconversione integrale alle rinnovabili. Il motivo? Una simile soluzione sarebbe difficilmente compatibile con le esigenze di stabilità dell’approvvigionamento energetico. Il ministro è scettico anche rispetto un’elevata elettrificazione dei consumi futuri per questioni stoccaggio. Oggi, infatti, l’Italia non possiede una propria industria di batterie, né può premere l’acceleratore sull’idroelettrico a pompaggio.

Verso il testo unico degli ecobonus

La discussione ha toccato anche il superbonus al 100%, il nuovo credito Irpef maggiorato dedicato agli interventi di riqualificazione edilizia. “Credo sia necessario estenderlo, semplificarlo e prorogarlo, investendo molte risorse”, ha affermato il ministro. “Ma dare oggi una risposta puntuale non è possibile”. Patuanelli torna sulla necessità di testo unico sui bonus edilizi come strumento di semplificazione e ricorda come la misura sia comunque finanziata per tutto il 2021.

Piccola nota anche sull’eolico offshore, definito “molto interessante”. Patuanelli si è detto “aperto al confronto con tutti i partiti politici di maggioranza e opposizione su questo. Ragioniamo sul se e come svilupparlo”.