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L’Onu approva il Patto per il Futuro

Impegno globale per 56 azioni divise in 5 capitoli tematici. Tra cui la lotta alla crisi climatica, l’impegno per la transizione energetica e la protezione della natura

Patto per il Futuro: all’Onu ribaditi impegni Cop28
crediti: UN

La dichiarazione è stata approvata all’unanimità

Abbandonare le fonti fossili, triplicare le rinnovabili entro il 2030, proteggere e ripristinare la natura in linea con l’obiettivo degli 1,5 gradi. Sono i tre grandi temi su energia e clima riaffermati nel Patto per il Futuro siglato domenica 22 settembre alle Nazioni Unite.

Patto per il Futuro: cos’è, cosa prevede, perché è importante

Di cosa si tratta? Il Patto per il Futuro è una dichiarazione senza valore vincolante approvata all’unanimità (per “consenso”) da tutti i paesi che fanno parte delle Nazioni Unite. È stato proposto durante il Summit per il Futuro e il suo obiettivo è lanciare un segnale di coesione e di impegno.

Di fatto, con la sua approvazione tutti i paesi Onu si impegnano a tradurre in pratica le 56 azioni suddivise in 5 capitoli tematici che compongono il Patto e spaziano dallo sradicare la povertà al mitigare il cambiamento climatico, dal raggiungere l’uguaglianza di genere al promuovere la pace e proteggere i civili, fino a rivitalizzare il sistema multilaterale delle nazioni.

I capitoli riguardano:

  • Sviluppo sostenibile e finanziamento per lo sviluppo;
  • Pace e sicurezza internazionale;
  • Scienza, tecnologia e innovazione e cooperazione digitale;
  • Giovani e generazioni future;
  • Trasformazione della governance globale.

Il Summit per il Futuro ha prodotto anche un Patto digitale globale e una Dichiarazione sulle generazioni future che figurano come allegati al Patto.

Il Patto per il Futuro è un’iniziativa dell’Onu per riportare al centro l’approccio multilaterale e ribadire il ruolo della diplomazia internazionale per affrontare le principali crisi globali, dalla crisi climatica alle guerre alla lotta alla povertà.

Energia e clima nel Patto per il Futuro

Sui temi della transizione energetica e della crisi climatica, il Patto per il Futuro ripropone i principali risultati raggiunti alla Cop28 di Dubai l’anno scorso. Si ritrovano così gli impegni a triplicare la quantità di capacità installata di rinnovabili entro la fine del decennio e a effettuare una transizione graduale dai combustibili fossili. Ovvero, due dei capisaldi dell’accordo raggiunto negli Emirati Arabi Uniti. L’altro impegno riguardo la tutela e il ripristino della natura riflette le conclusioni della Cop15 sulla biodiversità contenute nel Global Biodiversity Framework approvato nel dicembre 2022.

Una buona base di partenza per la maratona diplomatica che porterà fino al vertice sul clima di Baku, a fine novembre, sostengono molti osservatori. Maratona che inizia proprio in questi giorni con alcuni appuntamenti chiave.

“I leader e i ministri devono impegnarsi a tradurre l’esito della COP28 e il Patto per il Futuro in obiettivi e politiche nazionali concreti in occasione del primo Summit globale sulle energie rinnovabili, del Segmento di alto livello dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e dell’evento di alto livello della Troika della COP”, sottolinea 350.org. Il Summit globale sulle rinnovabili si tiene il 23 e 24 settembre.

I leader politici devono ora trasformare questa promessa in azione, puntualizza Greenpeace. Prima della Cop29 di Baku devono presentare “piani d’azione nazionali allineati a 1,5°C con date di eliminazione graduale di carbone, petrolio e gas”. Se ribadire gli impegni della Cop28 è “un buon primo passo”, è anche “il minimo indispensabile”. Per questo, “alla COP29, i leader devono anche supportare l’istituzione di un solido obiettivo di finanziamento per il clima post-2025 per aiutare a finanziare l’azione per il clima e l’adattamento”.

Leggi qui il testo del Pact for the Future approvato all’Onu

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