di Isabella Ceccarini
Unire ambiente, cultura e persone
Un progetto di forestazione urbana come Parco Italia apre polmoni, occhi e cuore. Nato nel 2021, ha saputo mettere insieme competenze diverse per costruire un progetto che sa guardare lontano e riesce a mettere insieme ambiente, cultura e persone.
Confagricoltura ha ospitato la presentazione della fase di implementazione del progetto basato su quattro parole chiave: estendere, connettere, proteggere e accrescere la rete di aree naturali in Italia.
Piantare 22 milioni di alberi entro il 2040
L’idea di Stefano Boeri Architetti si è concretizzata con la collaborazione di Fondazione Alberitalia: Parco Italia intende piantare un albero per ogni cittadino delle 15 città metropolitane italiane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia), ovvero 22 milioni di alberi entro il 2040.
Le gambe all’idea le ha messe Amazon, che ha investito due milioni di euro per avviare la ricerca e la messa a dimora dei primi 70mila alberi e arbusti.
La prima fase del progetto si concluderà alla fine del 2024. L’investimento viene dal fondo da cento milioni di dollari con cui Amazon sostiene progetti per la conservazione della natura.
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La Banca della terra
Come ha sottolineato Giorgio Matteucci, vice presidente SISEF, bisogna mettere l’albero giusto al posto giusto, soprattutto variando le specie: la monocoltura, non è praticabile, come ha dimostrato la tempesta Vaia. Ma soprattutto non basta mettere a dimora nuove piante, bisogna gestire e mantenere anche l’esistente.
Ci si trova da un lato di fronte all’abbandono che porta degrado, dall’altro a problemi di disponibilità effettiva della terra. Una proposta interessante viene dalla Fondazione Alberitalia, come ha spiegato il presidente Marco Marchetti: la Banca della terra, dove i cittadini mettono a disposizione i terreni incolti di loro proprietà.
Inoltre, Fondazione Alberitalia ha promosso con SISEF e ANARF RI-VIVA-FOR, il Manifesto per il rilancio delle attività forestali in Italia per ridare vigore al settore e promuovere una nuova governance che favorisca la collaborazione tra le istituzioni regionali e l’integrazione tra pubblico e privato.
Segnaliamo anche un bel progetto di Fondazione Alberitalia, Un bosco dalla cenere. Nel 2018 un incendio ha distrutto oltre 12 ettari di bosco nella zona del Monte Pisano, in Toscana. L’obiettivo del progetto è ripristinare la copertura vegetale piantando specie arboree e arbustive autoctone.
Le specie utilizzate possono ridurre il rischio di propagazione di incendi e rendono il bosco più resiliente; inoltre, il lavoro con le comunità locali le sensibilizza sul valore del loro bosco.
Progetti di protezione ambientale in tutto il mondo
Amazon è in Italia dal 2010. Come ha spiegato Giorgio Busnelli, vice presidente EU, Categorie del largo consumo di Amazon, l’azienda ha creduto in Parco Italia per il suo approccio sistemico nell’affrontare la sfida climatica.
Gli obiettivi ambientali di Amazon sono sfidanti: essere carbon free nel 2040, riduzione del packaging per le spedizioni, graduale completa elettrificazione dei mezzi di trasporto entro il 2030, energia per l’80% da fonti rinnovabili entro il 2024 e 100% entro il 2030 (ma cerca di anticipare il raggiungimento dell’obiettivo al 2025).
Il raggiungimento di questi obiettivi è in linea con The Climate Pledge, l’impegno co-fondato con Global Optimism e sottoscritto da Amazon nel 2019 a raggiungere zero emissioni nette di CO2 entro il 2040, ovvero con dieci anni di anticipo rispetto all’Accordo di Parigi.
Già nel 2022, sempre nell’ambito di Parco Italia, Amazon ha contribuito alla piantumazione di oltre 6.000 alberi nella Città metropolitana di Milano con il progetto pilota Forestami.
Amazon supporta in tutto il mondo progetti per la protezione ambientale con il suo Right Now Climate Fund.
A Parco Italia è seguito il sostegno a progetti di recupero ambientale in altri paesi europei: «Questo ci permette di avere un impatto ambientale e sociale concreto nelle comunità in cui vivono i nostri dipendenti e clienti».
Parco Italia, un progetto con un disegno unitario
Il progetto Parco Italia rappresenta la biodiversità di un Paese che ne è ricco – ma non è una cosa statica, il clima cambia e le specie si spostano – e soprattutto è caratterizzato da un disegno unitario.
«Parco Italia promuove la visione del territorio italiano come un grande Parco della biodiversità vegetale e faunistica.
In coerenza con il progetto di un Parco Mondiale proposto da Richard Weller, Parco Italia mira a stabilire gradualmente una rete ecologica nazionale che colleghi tra loro le aree protette, i parchi nazionali e regionali, le aree marine protette e i siti di “Natura 2000” di interesse comunitario.
Per realizzare questa connessione, Parco Italia propone una serie di percorsi pedonali e ciclabili che includano un’alta biodiversità di specie vegetali.
Parco Italia è dunque un atto di cura del territorio italiano, reso possibile attraverso la costruzione di una rete nazionale di Cammini della Biodiversità.
L’obiettivo è ampliare la presenza di connessioni ecologiche e culturali tra aree naturali protette, aree non protette e percorsi di mobilità lenta e recuperare i borghi storici che punteggiano la dorsale appenninica e la fascia prealpina», ha dichiarato l’architetto e urbanista Stefano Boeri.
Il bilancio della prima fase di ricerca è positivo: aumentare le aree protette e la tutela delle risorse naturali favorisce il mantenimento della biodiversità e la continuità ecologica.
Una nuova governance per rilanciare l’agricoltura sana
Patrizio Giacomo La Pietra, sottosegretario al MASAF, ha sottolineato l’importanza di una visione complessiva del territorio.
Molti obiettivi di Parco Italia passano per la valorizzazione dei territori agricoli. Per contrastarne l’abbandono dei piccoli borghi vanno però create le condizioni per cui valga la pena restare, per i giovani e per gli anziani: quindi connessione, asili, scuole, strade.
Serve una nuova governance, ha detto La Pietra, una politica comune e una visione più ampia per la gestione del territorio perché natura e agricoltura non seguono i confini regionali.
Alla Camera è in discussione il ddl sul florovivaismo, che attende da anni una legge quadro. Quindi è il momento di rilanciarlo attraverso la sinergia tra pubblico e privato ma soprattutto, ha concluso La Pietra, bisogna rilanciare l’agricoltura sana, quella in cui il contributo dell’uomo è parte fondamentale per la tutela dell’ambiente.
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La bandiera arancione del TCI per i borghi
Come ha fatto notare Giulio Lattanzi, direttore generale di Touring Club, è importante connettere, costruire reti, lavorare insieme pubblico e privato, anche se non è facile mettere d’accordo regioni e province diverse attraversate dai cammini. Basti pensare che non esiste una segnaletica comune.
Il Touring Club, da sempre attento alla natura, con la bandiera arancione certifica i borghi per l’attrattività turistica e per gli elementi che ne garantiscono il ripopolamento.
La connessione con le comunità locali rende praticabile la sostenibilità e ha definito Parco Italia «un progetto di cura».
Interessante il Catasto Nazionale dei Sentieri fatto dal CAI. I sentieri sono alla base del turismo sostenibile, ha affermato il presidente Antonio Montani, ricordando che rifugi e bivacchi non sono alberghi, ma presidi culturali nel rispetto della natura che richiamano un turismo responsabile.
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Guardare al futuro in prospettiva One Heath
«Parco Italia è una visione e gli agricoltori vogliono esserne parte attiva», ha esordito Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. Quasi 2/3 del territorio italiano è composto di aree verdi, tra quelle boschive (cresciute anche a causa dell’abbandono, e quindi non gestite), quelle agricole e le aree protette.
È importante guardare al futuro in prospettiva One Health: «l’interazione tra ambiente e salute è centrale». L’agricoltura, ad esempio, è un presidio del territorio che si innesta nelle attività di impresa, fa vivere le aree interne, recupera storia, cultura e tradizioni gastronomiche dei territori.
Parco Italia ha messo a punto un piano operativo con la mappatura dei progetti di forestazione conclusi e in corso, pubblici e privati, evidenziando le aree che hanno maggiore bisogno di connettività ecologica e di ripristino della biodiversità.
Per raggiungere gli obiettivi europei entro il 2030, l’Italia dovrebbe aumentare le aree protette almeno dell’8,7%: a tale scopo, Parco Italia ha predisposto delle linee-guida per la progettazione, pianificazione, gestione e manutenzione dei siti di piantagione di alberi in Italia.
Alessandra Stefani, direttore generale del MASAF, sostiene la necessità di avere uno sguardo lungo e di interagire con la Strategia Forestale Nazionale. «Parco Italia chiama tutti alla corresponsabilità in un percorso tecnico, politico, scientifico e culturale. È un percorso di visione in cui non dobbiamo perdere il valore globale delle nostre azioni: quello che facciamo qui avrà ripercussioni in altre parti del Pianeta».