Il progetto, denominato “Hybrid Park” e finanziato dalla Comunità Europea, si focalizzerà sui tre ambiti fondamentali della sostenibilità, economica, sociale e ambientale
Perché parchi “ibridi”? “Per questo nuovo concetto applicato a parchi e giardini – ha spiegato l’ingegner Christian Grüssen, responsabile del Project Management e Project Development della “Europäisches Gartennetzwerk”, la Rete Europea dei Giardini – ci siamo ispirati proprio al…‘veicolo ibrido’, nel quale due motori e due fonti di energia sono combinati in modo da supportarsi a vicenda e funzionare, sfruttando e integrando al meglio le caratteristiche di ciascuno, per un potenziamento dell’efficienza e della sostenibilità. È proprio quello che abbiamo in mente, pensando ai ‘parchi ibridi’”.
“I parchi ibridi – ha sottolineato Alan Thornley, del Cheshire and Chester Council (Gb), che ha coordinato l’incontro di Spoleto – sono essenzialmente focalizzati sui tre ambiti fondamentali della sostenibilità, economica, sociale e ambientale, attraverso azioni e studi integrati, che esaminino a fondo il grande potenziale di parchi e giardini per il turismo, per il rinnovamento delle città, per la partecipazione attiva delle popolazioni e per il rafforzamento della consapevolezza ambientale”.
“Ci saranno, di qui al 2014 – ha detto Alan Thornley – sei ‘workshops’ integrati, alternati con visite ad esperienze significative in alcuni paesi -, per creare sinergie per strategie di sviluppo e progetti sostenibili di adattamento climatico”.
Bruno Cori, direttore del Centro per il Restauro del Libro collocato nella Rocca Albornoziana – ha illustrato agli ospiti il complesso iter che ha condotto al restauro della Rocca, ora accessibile anche attraverso il nuovo complesso di scale mobili. “Ospitare meeting di questo livello – ha detto Cori – è un modo molto importante per far conoscere la Rocca spoletina e il grande lavoro che è stato fatto”.