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Pesticidi, api, fiumi: tutte le misure del Pacchetto Protezione della Natura europeo

La Commissione fa i primi passi per rendere concrete la Strategia sulla biodiversità e la Farm to Fork. Sul capitolo pesticidi garantita enorme flessibilità ai paesi membri e aiuti anche monetari agli agricoltori. Nel 2030, obiettivo ripristinare il 20% dei suoli europei

Pacchetto Protezione della Natura: l’UE dimezza i pesticidi chimici

Presentato con 2 mesi di ritardo il Pacchetto Protezione della Natura

(Rinnovabili.it) – Ripristinare il 20% dei suoli e 25.000 km di fiumi europei entro la fine di questo decennio. Obiettivi precisi, graduali (e soprattutto vincolanti) per il risollevamento dell’avifauna nelle zone agricole e per invertire il declino dei preziosi insetti impollinatori. E target per limitare l’uso di pesticidi (con più aiuti agli agricoltori per l’adeguamento). Sono alcuni dei punti più importanti del Pacchetto Protezione della Natura (Nature Protection Package), l’infornata di iniziative legislative con cui la Commissione UE inizia a tradurre in pratica la Strategia sulla biodiversità e la Farm to Fork.

Un provvedimento molto atteso, che doveva essere presentato già alla fine di marzo. Ma la guerra in Ucraina ha rallentato i lavori, con agricoltori e allevatori sulle barricate. Il conflitto – e l’incertezza sulla sicurezza alimentare europea, in buona parte ingiustificata – sono stati gli argomenti usati dall’agrobusiness per provare a diluire le misure del Pacchetto Protezione della Natura. Sia il regolamento (legalmente vincolante per ogni stato membro) dove la Commissione dettaglia le nuove regole sui pesticidi e altre misure relative alla Farm to Fork, sia la proposta della Nature Restoration Law che contiene i target di ripristino degli habitat.

Il Commissario per l’Ambiente, gli Oceani e la Pesca, Virginijus Sinkevičius, ha dichiarato: “Gli europei sono chiari: vogliono che l’UE agisca per la natura e la riporti nelle loro vite. Gli scienziati sono chiari: non c’è tempo da perdere, la finestra si sta chiudendo. E chiaro è anche l’aspetto economico: ogni euro speso per il restauro ce ne porterà almeno otto in cambio. Questo è l’obiettivo di questa storica proposta: ripristinare la biodiversità e gli ecosistemi in modo da poter vivere e prosperare insieme alla natura”.

Tutte le misure del Pacchetto Protezione della Natura

Pesticidi – Era il capitolo più delicato e contestato. Resta l’obiettivo originario: -50% pesticidi chimici entro il 2030 a livello comunitario. Ma ogni paese avrà flessibilità. Tanto che potrà scegliere liberamente i suoi target. Rispettando solo un livello minimo, del -35% entro fine decennio.

Inoltre ogni paese potrà decidere come conteggiare le riduzioni, che parametri usare, la strategia generale da seguire (il livello di partenza, però, è fissato alla media delle vendite di fitosanitari chimici del 2015-2017). Non solo. Nella proposta spunta un “contentino” per gli agricoltori: per 5 anni potranno usare risorse della PAC (la politica agricola comune) per coprire i costi che derivano dall’adeguarsi alle nuove regole, soprattutto provenienti da eco-schemi e Po-Fesr.

L’UE si limiterà a pubblicare un monitoraggio annuale, paese per paese. Ma si riserva di prendere “altre misure” se i target nazionali fossero giudicati troppo bassi per raggiungere l’obiettivo collettivo di dimezzare l’uso di pesticidi chimici.

Ripristino degli habitat – La Nature Restoration Law contiene una lunga serie di obiettivi per limitare il degrado degli ecosistemi europei, alcuni con cifre precise e altri più vaghi.

L’orizzonte generale della proposta è il ripristino del 20% dei suoli e dei mari dell’UE entro il 2030, e di tutti gli ecosistemi che ne hanno bisogno entro metà secolo. Per raggiungerli, i paesi membri sono tenuti a preparare del “Piani nazionali per il ripristino”.

Nel dettaglio, le proposte principali:

  • Ripristino degli ecosistemi naturali e semi-naturali;
  • Invertire il declino degli impollinatori (api, farfalle, bombi, ecc) entro il 2030. Sarà fissata una metodologia per il monitoraggio di questi insetti pronubi;
  • Ecosistemi forestali: avere trend positivi per la necromassa (legno morto) in piedi e al suolo, le foreste di età non uniforme, la connettività forestale, l’abbondanza di uccelli forestali comuni e lo stock di carbonio organico; 
  • Ecosistemi urbani: entro il 2030, nessuna perdita di spazi verdi urbani, che devono crescere del 3% entro il 2040 e del 5% al 2050; almeno il 10% dello spazio urbano coperto da canopia; più spazio verde urbano integrato negli edifici;
  • Ecosistemi agricoli: oltre ai target su impollinatori, si punta ad aumentare lo stock di carbonio nei terreni cerealicoli e i paesaggi agricoli ad alta diversità, e a ripristinare il 30% delle torbiere drenate per l’uso agricolo al 2030 (il 70% nel 2050);
  • Ecosistemi marini: focus su alghe, praterie marine e fondi sedimentosi, anche in funzione di mitigazione del climate change;
  • Fiumi: ripristinare 25.000 km di corsi d’acqua europei al 2030 identificando e rimuovendo le barriere antropiche