Rinnovabili • Pacchetto Fit for 55: il piano dell’UE su clima ed energia

L’UE svela il pacchetto Fit for 55: tutte le novità su clima ed energia

“Torniamo a vivere entro i limiti del pianeta”. Così il vice presidente della Commissione europea, Frans Timmermans, presenta il pacchetto Fit for 55, il ‘bazooka verde’ con cui l’esecutivo UE imposta la roadmap per tradurre in pratica il Green Deal. È lo sforzo legislativo più poderoso mai tentato finora per accelerare la transizione verde

Pacchetto Fit for 55: il piano dell’UE su clima ed energia

13 le proposte legislative nel pacchetto Fit for 55

(Rinnovabili.it) – Il sistema ETS raddoppia con un gemello che coprirà trasporti e riscaldamento degli edifici. E quello originario si allarga ad aviazione e settore marittimo. Arriva la proposta di tassa sul carbonio alla frontiera per prevenire la delocalizzazione degli impianti e tutelare l’industria europea. Sono alcune delle novità del pacchetto Fit for 55, la più poderosa iniziativa sulla politica climatica ed energetica dell’Unione Europea mai messa in campo. Una sorta di ‘bazooka verde’ che la Commissione ha presentato oggi con una lunga conferenza stampa, a cui seguiranno nei prossimi giorni le presentazioni più dettagliate di alcuni dei provvedimenti chiave. “È il compito della nostra generazione”, chiosa la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. A cui fa eco il vice-presidente Frans Timmermans, che scomoda l’Amleto di Shakespeare per sottolineare l’importanza di questo pacchetto: “‘Il tempo è fuor di sesto’: perché l’umanità non vive più entro i limiti del pianeta. Noi siamo nati per contribuire a raddrizzare questa situazione”.

E ancora: un cuscinetto da circa 10 mld di euro l’anno, il Social Fund, per attutire l’impatto della transizione. Che significa 100 euro a testa se diretto al 20% più povero degli europei. Sale al 40% l’obiettivo per le rinnovabili, mentre quello sul consumo primario e finale di energia al 36-39% (e diventerà vincolante). Entrambi hanno delle soglie annuali, per ciascun paese, anche queste vincolanti. Resta l’Effort Sharing, con obiettivi tarati sul PIL pro capite. Arriva un obiettivo comunitario per la CO2 assorbita dai pozzi di carbonio naturali, 310 mln di t di CO2 al 2030. Sui trasporti: riduzione delle emissioni medie delle auto nuove del 55% dal 2030 e del 100% dal 2035 rispetto ai livelli del 2021. Tutte le nuove auto immatricolate a partire dal 2035 saranno a emissioni zero.

Che cos’è il pacchetto Fit for 55?

Il pacchetto Fit for 55 contiene 13 proposte legislative sull’energia e sul clima, che hanno lo scopo comune di mettere l’Unione Europea in condizione di centrare l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 come previsto dalla Legge Clima. Alcuni dei provvedimenti sono un aggiornamento della legislazione già esistente, per allinearla con il Green Deal e i nuovi target. È il caso della revisione dell’ETS, il mercato del carbonio europeo, o delle modifiche alla direttiva sulle energie rinnovabili (RED). In altri casi, invece, il pacchetto Fit for 55 introduce nuova legislazione: ad esempio la proposta di tassa sul carbonio alla frontiera (CBAM) o la nuova strategia forestale dell’UE. Presi tutti insieme, disegnano gran parte del ‘piano esecutivo’ con cui Bruxelles vuole affrontare la transizione ecologica.

Questi sono i 13 provvedimenti che la Commissione Europea ha presentato oggi e che compongono il pacchetto Fit for 55:

  • Modifiche alla direttiva sulle energie rinnovabili (RED) | Leggi qui l’approfondimento
  • Modifiche alla direttiva sull’efficienza energetica (EED) | Leggi qui l’approfondimento
  • Revisione del sistema di scambio di quote di emissione (ETS) | Leggi qui l’approfondimento
  • Revisione del regolamento sull’Effort Sharing (ESR)
  • Nuovo meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere (CBAM) | Leggi qui l’approfondimento
  • Modifica del regolamento sugli standard emissivi di CO2 per trasporto su gomma | Leggi qui l’approfondimento
  • Revisione del regolamento sull’uso del suolo, il cambiamento di uso del suolo e la silvicoltura (LULUCF)
  • Revisione della direttiva sulle infrastrutture per i combustibili alternativi (AFID)
  • Revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia | Leggi qui l’approfondimento
  • Nuova strategia forestale dell’UE | Leggi qui l’approfondimento
  • Nuovo fondo sociale per l’azione per il clima
  • ReFuelEU Aviation, che regola i carburanti sostenibili per l’aviazione
  • FuelEU Maritime, che interviene sullo spazio marittimo europeo

Gli elementi cardine del piano UE

Una delle pietre angolari del pacchetto Fit for 55 è la revisione profonda del sistema ETS. Il mercato del carbonio europeo non viene soltanto calibrato sui nuovi obiettivi climatici: viene anche allargato ad altri settori (le emissioni del comparto marittimo) e dotato di un “gemello”. La Commissione propone infatti di dare vita a un sistema parallelo di scambio delle quote di emissioni riservato ai trasporti su strada e ai sistemi di riscaldamento degli edifici. Il ‘vecchio’ ETS dovrà abbattere le emissioni dei settori coinvolti del 61% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005 (l’obiettivo precedente era -43%), con fattore di riduzione lineare al 4,2% e un taglio del tetto una tantum di 117 mln di permessi. Il ‘nuovo’ ETS avrà un obiettivo di taglio emissioni del 43% al 2030 sui livelli del 2005, sarà in vigore dal 2025 e avrà un tetto solo l’anno successivo.

È un punto molto delicato perché, se da un lato è necessario per accelerare la transizione ecologica e la decarbonizzazione, dall’altro lato rischia di avere un impatto socio-economico profondo, di danneggiare l’inclusione sociale e di aumentare la povertà energetica per le fasce più deboli della popolazione. Per queste ragioni, Bruxelles propone anche un fondo sociale che servirà per garantire un cuscinetto e attutire l’impatto del balzo in avanti verso la riduzione delle emissioni. Prenderà il 25% dei proventi del nuovo ETS che sono stimati in 72,2 mld di euro tra il 2025 e il 2032. Per ottenerli, i paesi membri dovranno co-finanziare gli interventi al 50%. L’ammontare mobilitato dal fondo sarà quindi di 144,4 mld.

Altro punto delicato: la revisione della direttiva RED. Il testo stabilisce i nuovi obiettivi vincolanti sulle rinnovabili nel mix europeo, ma decide anche quali fonti di energia possono essere considerate pulite. Il testo, trapelato in anteprima, ha fatto molto discutere per il ruolo riservato alla bioenergia e per la definizione di “low-carbon” da cui dipende quanto spazio avrà il gas fossile.

Insieme alla RED, buona parte dell’efficacia del pacchetto Fit for 55 nel raggiungere gli obiettivi climatici dipenderà dal compromesso che l’UE raggiungerà sulla revisione della direttiva sull’efficienza energetica. L’obiettivo di risparmio energetico, oggi al 32,5%, va aumentato. Ma il punto più problematico è la suddivisione dei compiti in quote nazionali.

Importante anche il fronte della riqualificazione degli edifici, che deve potenziare la Renovation Wave presentata a ottobre 2020. La maggior parte del parco immobiliare UE è vecchia e inefficiente, al punto che gli edifici sono responsabili di circa il 40% del consumo energetico totale nell’UE a 27 e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra derivanti dall’energia. Riqualificare il patrimonio edilizio è, quindi, una misura essenziale ai fini della decarbonizzazione della regione.

“Torniamo a vivere entro i limiti del pianeta”

Von der Leyen rivendica il primato e la leadership globale sulla politica climatica. “L’Europa è stato il primo continente a dichiararsi climaticamente neutrale nel 2050, e ora siamo i primissimi a mettere sul tavolo una tabella di marcia concreta”. Timmermans sottolinea l’aspetto della concretezza e riassume così gli aspetti più importanti del pacchetto Fit for 55: “Stiamo mettendo un prezzo al carbonio, così che le persone siano incentivate a cambiare. E stiamo mettendo un premio per chi decarbonizza”. E promette: “Insieme, le nostre proposte stimoleranno i cambiamenti necessari, consentiranno a tutti i cittadini di sperimentare i benefici dell’azione per il clima il prima possibile e forniranno supporto alle famiglie più vulnerabili. La transizione dell’Europa sarà equa, verde e competitiva”.

Il Commissario all’Economia Paolo Gentiloni impacchetta la tassa sul carbonio alla frontiera come una misura non protezionista e capace di innescare processi virtuosi (dal punto di vista del clima) fuori dei confini europei: “Nel pieno rispetto dei nostri impegni in seno al WTO, assicurerà che la nostra ambizione climatica non sia minata da aziende straniere soggette a requisiti ambientali più lassisti. Incoraggerà inoltre standard più ecologici al di fuori dei nostri confini”. Sui trasporti, la Commissaria Adina Valean promette che “questo pacchetto ci porterà oltre il render verdi la mobilità e la logistica. È un’opportunità per rendere l’UE un mercato-guida per le tecnologie all’avanguardia”.

Kadri Simson, Commissaria all’Energia, sottolinea come serva un “cambiamento senza precedenti” per raggiungere la neutralità climatica al 2050. E quanto il nuovo obiettivo sulle rinnovabili al 40% permetterà anche di “creare posti di lavoro” visto che sono “spesso aziende europee quelle più impegnate nel settore delle energie pulite”. Mentre l’efficienza energetica è “l’eroe dimenticato” del Green Deal, visto che senza risultati in quest’ambito “sarebbe molto difficile raggiungere gli obiettivi climatici”.

Il percorso del pacchetto Fit for 55

Il 14 luglio segna soltanto il punto d’inizio di un percorso legislativo che sarà tutt’altro che breve e lineare. Il pacchetto Fit for 55 è una proposta della Commissione europea, che è titolare del potere esecutivo nella suddivisione dei compiti dell’UE. All’organo guidato da Ursula von der Leyen spetta quindi l’iniziativa per delineare la rotta da seguire verso gli obiettivi della Legge Clima con orizzonte 2030 e della neutralità climatica al 2050.

Da oggi inizia la seconda parte dell’iter legislativo, che durerà mesi e, probabilmente, per alcuni provvedimenti anche alcuni anni. Il prossimo passo è la discussione delle iniziative del pacchetto Fit for 55 da parte degli Stati membri e del Parlamento europeo, che hanno in condominio il potere legislativo e dovranno raggiungere un compromesso su ogni singolo provvedimento.