Le parti più controverse del pacchetto Fit for 55 tornano in votazione il 22 giugno
(Rinnovabili.it) – Dopo la bocciatura della riforma ETS e dei provvedimenti collegati, c’è il rischio che i compromessi per approvare il pacchetto Fit for 55 indeboliscano le politiche climatiche dell’UE. Sono troppe le “concessioni” in nome del consenso che vengono garantite nei negoziati in corso in questi giorni. E sono troppi anche i tentativi di “annacquare l’ambizione” dell’iniziativa legislativa su cui si fonda buona parte della transizione energetica europea.
A denunciarlo sono 10 paesi dell’UE in una nota congiunta resa pubblica ieri. “Guardiamo con crescente preoccupazione ai diversi appelli a ridurre le ambizioni in tutti i dossier… e alle concessioni fatte nel contesto della ricerca di compromessi”, si legge nella dichiarazione. “Considerati isolatamente, questi cambiamenti potrebbero sembrare giustificati o di impatto limitato, ma sommandoli tutti rischiamo di non raggiungere l’obiettivo entro il 2030 e di avviarci su una traiettoria impossibile”.
Leggi anche Il Fit for 55 perde i pezzi: bocciata la riforma ETS
L’appello – coordinato dalla Danimarca – a non sprecare l’occasione di approvare provvedimenti realmente trasformativi arriva da alcuni pesi massimi come Germania e Spagna, a cui si uniscono anche Austria, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Svezia e Slovenia.
La settimana scorsa, l’Europarlamento ha congelato l’approvazione della riforma del mercato del carbonio per disaccordi tra i partiti. In ballo la percentuale di riduzione di emissioni al 2030 nei settori coperti (-67% o -61%) e la velocità di ritiro delle quote gratuite. Di conseguenza sono stati fermati anche altri provvedimenti legati all’ETS come il Fondo sociale per il clima e l’atteso CBAM, la tassa sul carbonio alla frontiera.
Leggi anche Come funziona la nuova tassa sul carbonio alla frontiera dell’UE
“Un accordo ambizioso è la chiave per rendere l’UE idonea all’indipendenza energetica dai combustibili fossili russi e l’unico modo per affrontare la crisi climatica e garantire un approvvigionamento energetico dell’UE indipendente, pulito, affidabile e a basso costo per il futuro”, scrivono i 10 paesi nella nota. “Esortiamo pertanto tutti i responsabili delle decisioni dell’UE a non lasciare che il senso di urgenza o la situazione attuale mettano in ombra i nostri impegni in materia di clima”.
Le parti controverse del pacchetto Fit for 55 torneranno in votazione all’Europarlamento con la plenaria del 22 giugno. Ma l’appello non guarda solo a Strasburgo: anche in sede di Consiglio ci sono alcuni paesi che provano a frenare, usando proprio la crisi energetica e le conseguenze della guerra in Ucraina come grimaldelli. I 27 si riuniranno a fine mese per trovare una posizione comune prima dei negoziati finali con il parlamento UE.