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Politiche climatiche: in Giappone un incontro internazionale sui pacchetti di ripresa economica

96 paesi hanno partecipato al meeting internazionale ospitato dal Giappone in vista della COP26. Grandi assenti Stati Uniti e India.

Pacchetti di ripresa economica e scelte strategiche: in prima linea idrogeno verde e tecnologie CCS

(Rinnovabili.it) – Il ministro dell’Ambiente giapponese, Shinjirō Koizumi, ha convocato la scorsa settimana i ministri di tutto il mondo per lanciare uno strumento online che permetta ai paesi di condividere le loro esperienze nella progettazione di pacchetti di ripresa economica compatibili con le politiche climatiche. Koizumi ha dichiarato di sperare che l’iniziativa possa soprattutto stimolare una maggiore azione in vista della COP26, il vertice ONU sul Clima che si terrà a Glasgow (Regno Unito) nel novembre 2021.

Fino ad ora, i governi G20 hanno promesso un sostegno di 204 miliardi di dollari al settore dei combustibili fossili. Secondo l’Energy Policy Tracker, si tratta del 52% di tutto il denaro pubblico impegnato nel settore energetico, rispetto al 35% investito in energia pulita. I temi trattati durante l’incontro, tuttavia, includevano l’elettrificazione dei trasporti, la diffusione di energie rinnovabili, misure di efficienza energetica e la promozione di soluzioni nature-based.

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Alcuni dei cosiddetti ‘grandi inquinatori’, tra cui Stati Uniti e India, erano assenti all’incontro, che ha visto la partecipazione di 96 paesi. Presiedendo il meeting, Selwin Hart, consigliere speciale delle Nazioni Unite per l’azione climatica, ha affermato che c’è stato un ampio sostegno alla collaborazione internazionale e alla solidarietà per affrontare sia la crisi pandemica, sia la crisi climatica.

In merito ai pacchetti di ripresa economica e alle scelte strategiche di investimento, l’idrogeno verde e le tecnologie CCS (Carbon Capture & Storage) sono al primo posto nei piani di numerosi paesi, tra cui Giappone, Regno Unito, Germania e Australia. Koizumi ha dichiarato che il Giappone sta lavorando alla “riprogettazione del settore energetico” per diventare una società dell’idrogeno verde. Altre misure di ripresa includono un’accelerata nel settore dei veicoli elettrici.

Nel frattempo, l’ONU attende l’aggiornamento dei piani sul clima dei suoi Stati membri. Patricia Espinosa, referente delle Nazioni Unite per il cambiamento climatico, ha dichiarato a Climate Home News che si aspetta che solo 80 paesi presenteranno piani climatici aggiornati e più ambiziosi entro la scadenza del 2020. Secondo Espinosa, l’aggiornamento dei piani sul clima “non è stato una distrazione inutile per la pandemia” ma, anzi, una guida per una ripresa sostenibile dal covid-19.

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Per quanto riguarda i pacchetti di ripresa economica dei paesi UE, il ministro dell’Ambiente tedesco, Svenja Schulze, ha detto che la Germania ha dedicato 40 miliardi di euro (dei 120 stanziati) a progetti verdi, con particolare attenzione alle infrastrutture. La Francia ha presentato un pacchetto di stimoli da 100 miliardi di euro, di cui 30 miliardi sono stati stanziati per rendere più verde l’economia.

In netto contrasto il Regno Unito, con un piano di investimenti da 350 milioni di sterline (circa 389 milioni di euro) per ridurre le emissioni nell’industria pesante e promuovere una ripresa verde. Finora, quasi il 70% della spesa britannica nel settore energetico è andata ai combustibili fossili, secondo l’Energy Policy Tracker, mettendo a rischio l’ospite della COP26.