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Ok definitivo alle norme su materie prime critiche e strategiche

Il Parlamento Europeo ha dato il via libera finale al regolamento sulle materie prime critiche e strategiche. Ma l’Unione resta in ritardo

materie prime critiche e strategiche
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Il 10% dell’estrazione, il 40% della trasformazione e il 25% del riciclo delle materie prime critiche e strategiche dovrà avvenire nel continente al 2030

(Rinnovabili.it) – Aumentare l’approvvigionamento di materie prime critiche e strategiche è ora un obiettivo di legge per l’Unione Europea. Il Parlamento Europeo ha infatti dato oggi il via libera definitivo alle misure per sopperire all’attuale carenza. Il regolamento sulle materie prime critiche ha visto una vasta maggioranza. Infatti, è stato approvato con 549 voti favorevoli, 43 voti contrari e 24 astensioni. 

La speranza è che l’Unione diventi più competitiva e indipendente su un fronte caldissimo della transizione energetica ed ecologica. Le misure vanno nella direzione di ridurre la burocrazia, accelerare l’innovazione lungo l’intera catena del valore e sostenere le PMI.

Dovrebbe beneficiarne anche la ricerca, spronata dalla normativa allo sviluppo di materiali alternativi e metodi di produzione più rispettosi dell’ambiente. Ci sono incentivi economici per i progetti di estrazione e riciclo, con procedure autorizzative più rapide. 

Gli obiettivi approvati al 2030 sono di portare su suolo europeo il 10% dell’estrazione, il 40% della trasformazione e il 25% del riciclo. Riguardano 34 materie prime critiche, di cui 17 strategiche. 

Con materie prime critiche e strategiche si intendono quelle per cui, ad oggi, non esistono sostituti validi. Dalla loro importazione, inoltre, dipende la maggior parte dei paesi consumatori e l’offerta è dominata da uno o pochi produttori. L’esecutivo UE le monitora da una decina d’anni e con cadenza triennale stila un elenco basato sia sull’importanza economica che sul rischio di approvvigionamento.

Il regolamento ha avuto un ciclo negoziale più breve di un anno. Proposto dalla Commissione Europea a marzo 2023, ha fatto tutti i passaggi entro l’autunno, per poi arrivare al voto finale oggi. Insieme al regolamento sull’industria a zero emissioni nette e alla riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica, è una delle iniziative legislative del piano industriale del Green Deal. Anche con questo passo avanti, tuttavia, il vecchio continente sembra destinato ad essere superato dalla Cina in quanto a riciclo delle materie prime critiche. Secondo una ricerca dell’Università di Munster, infatti, il Dragone è dieci anni avanti rispetto ai grandi blocchi occidentali di USA e UE.