Entro il 2030, l’Europa dovrebbe tagliare le emissioni del 66-77% per rispettare Parigi. Entro metà secolo, le emissioni cumulate non devono superare le 11-20 GtCO2e. E la neutralità climatica va anticipata di 5-10 anni
I calcoli di Climate Analytics per mettere l’UE sulla traiettoria dell’obiettivo 1,5°C
(Rinnovabili.it) – Per allinearsi con l’obiettivo 1,5°C, l’UE deve alzare moltissimo il suo target di riduzione delle emissioni e anticipare la data della neutralità climatica. Invece del 2050, l’orizzonte del net-zero dev’essere anticipato di 5-10 anni, passato al 2040-2045. Mentre il taglio dei gas serra, oggi fissato a -55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, deve lievitare fino a -66-77%. Entro il 2050, inoltre, deve limitare le sue emissioni a non più di 11-20 GtCO2e. Qualsiasi politica meno ambiziosa di questa significa una cosa sola: Bruxelles non farà la sua parte nella crisi climatica.
Lo sostiene il rapporto 1.5°C Pathways for the EU27: accelerating climate action to deliver the Paris Agreement dove l’ong Climate Analytics analizza la performance climatica dei Ventisette, i nuovi obiettivi previsti dal piano Repower EU e li mette a confronto con la traiettoria compatibile con gli 1,5°C. Identificando 2 scenari possibili e “tecnicamente fattibili”.
La traiettoria attuale
Secondo i contributi nazionali volontari (Ndc) depositati all’Unfcc, l’Ue a 27 promette di raggiungere -55% di emissioni di gas serra entro il 2030, che diventa -54% quando si escludono i gas serra relativi a uso del suolo, cambiamento dell’uso del suolo e silvicoltura (Lulucf).
Anche se si integra il conto con le misure previste dal piano Repower Eu, con cui Bruxelles ha aumentato gli obiettivi su rinnovabili (dal 40 al 45%), efficienza energetica (dal 9 al 13%), e dato un boost all’installazione di nuova capacità rinnovabile, la curva delle emissioni europee cade ancora lontanissima dall’obiettivo 1,5°C. In questo caso, infatti, secondo i calcoli di Climate Analytics il gap passerebbe solo da 500-1000 MtCO2e nel 2030 a 280-770 MtCO2e (equivalenti a un target di -57-58%).
Nel complesso, il nuovo obiettivo sulle emissioni dell’Ue a 27 dovrebbe quindi salire almeno a -63-73% entro fine decennio rispetto ai livelli del 1990.
Gli scenari per l’obiettivo 1,5°C
Come è fatta la curva della transizione energetica nei due scenari elaborati da Climate Analytics, e quali sono le loro caratteristiche? In entrambi, l’elettricità incide per il 66-70% dell’energia finale nel 2050 (per il 34-42% nel 2030, livelli doppi rispetto a oggi). La domanda di energia scende in modo sostanzioso, fino al 58% in meno dei livelli del 2019. Le rinnovabili forniscono il 48-54% della domanda finale di energia entro fine decennio per poi salire al 92-100% a metà secolo.
Per quanto riguarda i combustibili fossili, il phase out per tutti è abbastanza repentino. Per il carbone si parla dell’inizio degli anni ’30, per il petrolio al più tardi nel 2040, per il gas fossile a metà del prossimo decennio. Come è ovvio, la decarbonizzazione del settore energetico si fonda principalmente sull’espansione di eolico e solare.
L’idrogeno fornisce il 5-11% della domanda finale di energia entro il 2050 in questi percorsi. Nessuno dei due scenari utilizza l’idrogeno nel settore degli edifici, che viene invece decarbonizzato grazie alla diffusione delle pompe di calore e a un maggiore uso del teleriscaldamento.