Rinnovabili

I nuovi PNIEC sono troppo timidi: mancheremo gli obiettivi UE sulle rinnovabili

Obiettivi UE rinnovabili: nuovi PNIEC, mancano 150 GW
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Tutti i dettagli sugli obiettivi UE sulle rinnovabili nei nuovi PNIEC aggiornati

I nuovi PNIEC aggiornati non bastano per raggiungere gli obiettivi UE sulle rinnovabili fissati dal piano REPowerEU. I Piani nazionali integrati energia e clima presentati dai Ventisette negli ultimi mesi riusciranno a raggiungere soltanto il 66% di energia pulita nel mix elettrico comunitario. Mentre il target è fissato al 72%.

Lo ha calcolato il think tank Ember sulla base dell’analisi dei 26 PNIEC rivisti già presentati alla Commissione e della bozza di piano dell’Austria, l’unico paese che non ha ancora formalizzato i suoi impegni.

Chi spinge di più sugli obiettivi UE sulle rinnovabili?

Tutti i paesi hanno aumentato l’ambizione rispetto ai primi obiettivi UE sulle rinnovabili presentati nel 2019. Estonia, Irlanda e Grecia pianificano di accrescere la quota di energia pulita di più del 30% rispetto ai livelli del 2023. Anche l’Italia è nella pattuglia dei paesi più ambiziosi, con un passaggio previsto dal 43,7 al 71,2%. Ungheria, Romania e Slovenia sono invece i più restii ad aumentare i target.

Più nel dettaglio, sono 22 i paesi UE che hanno aumentato gli obiettivi sulla capacità installata di eolico al 2030, con una crescita complessiva del 45% rispetto ai PNIEC 2019. Per il solare l’incremento è più corposo: 23 paesi hanno rivisto al rialzo i target, con un aumento totale del 70%. In termini assoluti, l’Europa nel 2030 dovrebbe riuscire a triplicare la capacità installata di fotovoltaico, tagliando il traguardo dei 650 GW rispetto ai 195 GW del 2022. Una crescita media del 14% l’anno tra 2023 e 2030. L’eolico invece dovrebbe raddoppiare arrivando a 450 GW.

Numeri, però, che restano ancora sotto i livelli indicati dalla Commissione UE come necessari per tenere il continente sulla giusta traiettoria di transizione: 750 GW solari e 500 GW per l’eolico.

Obiettivi UE rinnovabili, il ruolo del fotovoltaico

Gli ultimi anni di crescita sostenuta del fotovoltaico hanno convinto alcuni paesi a scommettere forte su questa fonte per migliorare i target dei propri PNIEC. Germania e Spagna guidano la classifica, con un incremento pianificato tra Madrid e Berlino di 139 nuovi GW solari. Da soli, rappresentano il 30% della crescita dell’intera UE.

Ma il boom del fotovoltaico ha convinto anche paesi del Nord Europa che, nei piani del 2019, avevano relegato il pv a un ruolo minore. Polonia, Lituania e Irlanda pianificano gli incrementi relativi più sostanziosi: hanno moltiplicato i target, rispettivamente, di 4, 6 e addirittura 20 volte.

Sul solare c’è chi potrebbe fare molto di più. Ember sottolinea la timidezza dell’Olanda, l’unico grande produttore UE di moduli che non pianifica un aumento corposo. Gli obiettivi sono praticamente identici a quelli già presentati nel 2019 e, con la capacità installata di oggi, si traducono in un aumento di appena 3 GW in 7 anni. In modo simile, anche l’Estonia non ha praticamente migliorato i suoi obiettivi sul fotovoltaico.

All’estremo opposto del continente, la Grecia – uno dei paesi UE con più potenziale – nel nuovo PNIEC prevede una crescita dell’11% annuo, sotto la media UE, con un ritmo di appena 900 MW l’anno mentre la curva su cui si trova attualmente è quasi il doppio (1,7 GW/anno). Altri paesi che hanno già quasi raggiunto i nuovi target 2030 (e quindi potrebbero essere più ambiziosi) sono Croazia, Bulgaria, Ungheria e Svezia.

Il mosaico dell’eolico europeo

Anche sul fronte dell’energia eolica, i Ventisette si muovono in ordine sparso e, non di rado, con un livello di ambizione che potrebbe essere realisticamente più alto. A scommettere di più sull’eolico sono Bulgaria, Estonia, Danimarca, Lituania e Svezia, tutti paesi che hanno almeno raddoppiato i target rispetto al 2019. Altri prevedono crescite molto sostanziose che richiederanno sforzi aggiuntivi notevoli. Germania e Spagna, ad esempio, sono i due maggiori produttori europei di questa tecnologia e dovranno aumentare la capacità installata annuale di 4-5 volte per stare al passo.

Al contrario, altri grandi produttori come Finlandia e Svezia prevedono di rallentare il ritmo delle installazioni attuali. “Ciò è particolarmente drammatico in Finlandia”, sottolinea Ember, “dove l’obiettivo di 7,2 GW per il 2030 è quasi già stato raggiunto nel 2023 (6,9 GW). Questa ambizione è irrealisticamente bassa data la riserva di progetti esistenti, anche considerando che il numero si basa su uno scenario con solo misure esistenti”.

Mentre altri paesi, finora su una traiettoria piatta, dovranno piegare nuovamente la curva verso l’alto per centrare i nuovi target: si tratta di Lettonia, Romania, Repubblica Ceca, Bulgaria e Portogallo.

I punti deboli dei nuovi PNIEC

Al di là dei numeri, l’analisi di Ember sottolinea un aspetto preoccupante. Praticamente tutti i piani aggiornati non presentano dati e metriche chiare per monitorare il percorso di transizione del settore della generazione elettrica. Sono solo tre i paesi UE che forniscono dati abbastanza granulari su emissioni di gas serra, domanda finale di energia, generazione elettrica e capacità installata. Per questi ultimi 3 fattori, anche l’Italia si limita a fornire dati solo parzialmente soddisfacenti.

“Al di là di questi quattro componenti chiave, le bozze dei piani mancano anche di dati e dettagli sufficienti su come lo stoccaggio e la flessibilità del sistema energetico verranno ampliati in questo decennio”, conclude Ember. “Ciò sarà fondamentale per continuare la rapida crescita delle energie rinnovabili e offrire ai consumatori tutti i vantaggi dell’elettricità pulita”.

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