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Obiettivi sviluppo sostenibile 2030, Italia rimandata su ambiente, energia e clima

Obiettivi sviluppo sostenibile 2030: male l’Italia su ambiente e clima
Gli SDG dell’Italia nel monitoraggio di medio termine. Crediti: Sustainable Development Solutions Network

A livello globale negli ultimi 3 anni progressi “statici”

(Rinnovabili.it) – L’Italia è sulla traiettoria giusta per centrare appena metà degli obiettivi sviluppo sostenibile 2030, mentre registra solo progressi limitati in un quarto dei casi (il 27,1%) e gli indicatori stanno addirittura peggiorando per oltre il 18% dei target. Lo sostiene il rapporto ufficiale Sustainable Development Report 2023 preparato dalla no profit Sustainable Development Solutions Network per monitorare i progressi verso la realizzazione degli SDG 2030 a metà percorso.

La performance dell’Italia negli obiettivi sviluppo sostenibile 2030

Tra gli indicatori in peggioramento spiccano quelli legati all’obiettivo fame zero (SDG2), che vede l’Italia impegnata in prima linea anche come paese che ospita le grandi organizzazioni internazionali legate a questo tema (Fao, Wfp). In particolare, il rapporto boccia Roma sul tasso di obesità, dove il trend è in peggioramento, e sulla gestione sostenibile dell’azoto. Preoccupa anche il livello trofico umano, cioè l’intensità energetica della composizione della dieta: in tavola portiamo relativamente poche verdure e molte carni ad alta intensità energetica.

Sul fronte dell’acqua (SDG6) restano criticità per i prelievi di acque dolci, superficiali e di falda, mentre è critico il dato sulla scarsità d’acqua incorporata nelle merci importate. Il capitolo energia (SDG7) non va molto meglio, con un trend in peggioramento per il rapporto tra emissioni di CO2 per unità di elettricità generata e anche per la quota di rinnovabili sui consumi finali di energia. Una performance leggermente migliore sul fronte della mobilità, dove le criticità maggiori sono sul trasporto pubblico e sulla concentrazione di polveri sottili in atmosfera.

Colorati di giallo, arancione e rosso sono gran parte degli indicatori degli obiettivi sviluppo sostenibile 2030 che riguardano consumo responsabile, azione climatica, aree marine e fauna e flora terrestri. Tra i risultati peggiori spiccano le emissioni legate alle fossili e alla produzione cementizia, il sovrasfruttamento degli stock ittici e il ricorso alla pesca a strascico, e il livello di minaccia alla biodiversità incorporato nelle importazioni nazionali.

Nonostante tutto questo, l’Italia è al 24° posto al mondo tra i paesi più in linea con il raggiungimento degli obiettivi sviluppo sostenibile 2030. Un risultato che parla della stagnazione a livello globale più che dei progressi italiani. “Per il terzo anno consecutivo, i progressi globali verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) sono stati statici e vi è il rischio che il divario nei risultati degli OSS tra i Paesi ad alto reddito e i Paesi a basso reddito sia più grande nel 2030 rispetto a quando gli Obiettivi sono stati universalmente concordati nel 2015”, sottolineano gli autori del rapporto.

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