Un rapporto dell’Energy Transitions Commission calcola che i nuovi Contributi Nazionali Volontari, che saranno depositati da quasi 200 stati entro il 2025, possono tagliare 18 miliardi di tonnellate di CO2 nel decennio successivo. Il triplo della riduzione promessa 5 anni fa
La chiave di volta è riflettere il potenziale delle tecnologie low-carbon negli NDC
Entro il 2025, quasi 200 stati dovranno aggiornare i loro obiettivi di riduzione delle emissioni nei prossimi 10 anni. Se i nuovi piani nazionali (Contributi Nazionali Volontari, NDC) integreranno gli impegni presi alla Cop28, le politiche nazionali annunciate, e il potenziale delle tecnologie low-carbon già disponibili su scala commerciale, riusciremo a triplicare i tagli dei gas serra rispetto ai livelli attuali. Oggi gli NDC presentati nel 2020 eliminerebbero solo circa 6 miliardi di tonnellate di CO2 (GtCO2) entro il 2035, ma è possibile rafforzarli fino a 18 GtCO2. In questo modo, il Pianeta riuscirebbe a tornare su una traiettoria compatibile con un riscaldamento globale di 2°C, anche se mancherebbe ancora il target più ambizioso dell’Accordo di Parigi.
“L’industria ha rapidamente incrementato la produzione e l’implementazione di tecnologie energetiche pulite con il sostegno politico e gli impegni esistenti. Una maggiore ambizione nel prossimo ciclo di NDC alla COP30 ha il potenziale per rafforzare e accelerare questo ciclo di feedback positivo. La collaborazione tra industria e governo per impegnarsi in piani misurabili, realizzabili e investibili è fondamentale per guidare l’azione”, sottolinea Adair Turner, presidente della Energy Transitions Commission che ha pubblicato di recente un’analisi delle potenzialità dei nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni.
Gli obiettivi di riduzione delle emissioni devono riflettere gli sviluppi tecnologici
Uno dei tasselli fondamentali dell’analisi riguarda le tecnologie low-carbon. Rispetto al 2020, quando sono stati presentati gli ultimi NDC, tutte le principali soluzioni hanno migliorato la performance in termini di capacità industriale e costi. La loro traiettoria di crescita potenziale è più alta di quella stimata 4 anni fa. Tarare i nuovi NDC sulla curva di crescita prevista oggi è fondamentale per aumentare l’ambizione climatica in modo realistico.
Solare ed eolico sono i capisaldi. Le proiezioni di crescita per il 2025 stilate nel 2020 sono state superate già nel 2023. Lo stesso vale per la diffusione delle auto elettriche. Mentre soluzioni prima ancora immature o poco diffuse oggi sono scalabili e economicamente convenienti, soprattutto in settori come edifici, industria leggera, aviazione e trasporto pesante. Dalle pompe di calore ai combustibili sostenibili per gli aerei, dalla raffinazione low-carbon nel settore dei metalli alle soluzioni CO2-to-methanol, all’impiego di ammoniaca e metanolo per il settore navale.
Il rapporto suggerisce tre capisaldi attorno ai quali dovrebbero essere strutturati i nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni:
- riflettere il potenziale delle tecnologie low carbon, reso possibile dai progressi tecnologici e dalla riduzione dei costi, e il livello di ambizione che deriverebbe dal rispetto degli impegni nazionali e del settore industriale;
- stabilire obiettivi in modo chiaro, esaustivo e sempre più standardizzato, per migliorare la valutazione della credibilità degli impegni;
- specificare le azioni necessarie per attuare gli obiettivi, in particolare gli investimenti e i finanziamenti per il clima necessari per raggiungere gli obiettivi stabiliti.