“Troppe promesse di neutralità climatica sono poco più che vuoti slogan e annunci”, sostiene l’ex ministra dell’Ambiente canadese che ha diretto il gruppo di esperti Onu sull’azione per il clima degli attori non statali
L’Onu propone regole condivise e rendicontazione annuale sugli obiettivi net-zero
(Rinnovabili.it) – Aziende, banche e città globali hanno fissato una moltitudine di obiettivi net-zero. Ma dietro le promesse, di concreto, troppo spesso c’è poco. Questa mancanza di azione per il clima rischia di allontanare ancora di più il pianeta dalla traiettoria giusta verso gli 1,5 gradi. Per questo servono “linee rosse” per evitare abusi, falsi impegni e greenwashing puro e semplice. Lo sostiene il rapporto del gruppo di esperti nominato dall’Onu per fare il punto su credibilità e trasparenza degli impegni climatici degli attori non-statali.
“Troppe promesse di neutralità climatica sono poco più che vuoti slogan e annunci”, ha dichiarato la presidente del gruppo di esperti, ed ex ministra dell’Ambiente canadese, Catherine McKenna, durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto. “Le false dichiarazioni di net-zero fanno lievitare i costi che alla fine pagheranno tutti”.
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L’allarme più pressante riguarda l’uso spregiudicato dei crediti di carbonio. Soprattutto nei mercati volontari emergenti. “Gli attori non statali non possono acquistare crediti a basso costo, spesso privi di integrità, invece di ridurre immediatamente le proprie emissioni lungo la loro catena di valore” se vogliono essere seri rispetto ai loro obiettivi net-zero, avvertono gli esperti. Al massimo si usino i mercati volontari ad alta integrità, ma solo per rafforzare l’impegno climatico “al di là degli sforzi per raggiungere obiettivi intermedi allineati a 1,5°C, per aumentare i flussi finanziari in aree con pochi investimenti, e anche per aiutare la decarbonizzazione dei paesi in via di sviluppo”.
Quello degli obiettivi intermedi è un altro punto centrale. Aziende, banche e città non possono non avere di target a breve e medio termine, compatibili con gli obiettivi al 2030 e la traiettoria degli 1,5°C, e basati sulla scienza. Allo stesso modo, secondo gli esperti Onu, gli obiettivi net-zero non sono credibili se si continua a investire nelle fossili e se i tagli riguardano solo l’intensità di carbonio invece delle emissioni assolute.
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Basta con le iniziative volontarie e non certificate o monitorate, quindi. Il liberi tutti non porta a emissioni nette zero, è solo una matrice di infinite scappatoie. Servono invece regole condivise e globali: “chiediamo una regolamentazione a partire dalle grandi aziende emettitrici, che preveda la garanzia dei loro obiettivi net-zero e l’obbligo di rendicontazione annuale dei progressi compiuti”.