L’euroblocco potrebbe superare i suoi obiettivi energetici 2030 e puntare più in alto
(Rinnovabili.it) – L’Unione Europea dovrebbe raggiungere, e addirittura superare, i suoi obiettivi energetici per il 2030, che consistono nell’ottenere 1/3 dell’energia dell’eurozona da fonti rinnovabili. Tuttavia, affinché ciò accada, sarà necessario il sostegno pubblico, così da compensare un calo degli investimenti in energia pulita dovuto alla pandemia.
Secondo quanto riferito da Kadri Simson, commissaria europea all’energia, i PNIEC (piani di politica energetica e climatica) degli Stati membri dovrebbero portare il blocco a raggiungere una quota del 33% di energia rinnovabile tra 10 anni, superando di un punto percentuale il target fissato. Una buona notizia se si considera che le bozze di tali Piani, presentate nel 2019, mancavano gli obiettivi energetici 2030 di ben tre punti percentuali.
“Stiamo ancora aspettando il Piano dall’Irlanda, dove è in corso la formazione del governo”, ha spiegato Simson, al margine dell’incontro con i ventisette ministri dell’energia. “Tuttavia, ci hanno inviato le loro informazioni preliminari e ora possiamo iniziare a fare le nostre valutazioni”.
“Abbiamo in programma di pubblicare un’analisi della situazione aggregata a livello dell’UE insieme al 2030 Climate Target Plan a settembre”, ha anticipato la commissaria. “Presenteremo quindi una valutazione dettagliata di ogni singolo PNIEC più avanti, in ottobre, insieme al rapporto sullo stato dell’Unione dell’energia”.
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Simson ha affermato che la Commissione indirizzerà decine di miliardi di euro del fondo di recupero da 750 miliardi di euro in progetti di energia pulita, per garantire che la crisi economica causata dalla pandemia non vanifichi i suoi obiettivi energetici. “Nel contesto della crisi, dobbiamo assicurarci che i progressi in questo settore continuino”, ha affermato Simson.
Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), la crescita globale della nuova capacità di energia rinnovabile quest’anno rallenterà per la prima volta in due decenni, poiché la pandemia ha provocato difficoltà di finanziamento e ritardato la costruzione di progetti. Tuttavia, l’energia rinnovabile dovrebbe rimbalzare l’anno prossimo al livello raggiunto nel 2019, ma ciò dipenderà dal continuo sostegno da parte dei governi.
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Se per le rinnovabili comunitarie la strada è tracciata, per l’efficienza energetica è ancora tutto in divenire. “Per quanto riguarda l’efficienza energetica – ha aggiunto Simson – il divario tra target e ambizioni è stato ridotto rispetto alle bozze, ma rimane sostanziale. Secondo la nostra analisi preliminare, ciò significherebbe un gap collettivo di 3 punti percentuali per il consumo di energia primaria e 3,2 punti percentuali per il consumo di energia finale per l’UE27″.
Tuttavia, per i Ventisette non si tratterà solo di rivedere gli sforzi nazionali sul risparmio energetico. Una volta pubblicato il 2030 Climate Target Plan, gli Stati membri dovranno rimetter mano anche agli obiettivi di riduzione emissioni, inseriti nei singoli PNIEC. Il nuovo Piano dall’esecutivo, infatti, porterà il taglio dei gas a effetto serra ad almeno il 50%-55% entro la fine del decennio (sui livelli del 1990). Ossia 10-15 punti percentuali in più rispetto il target 2030 concordato dall’attuale direttiva, su cui i Paesi avevano calibrato gli obiettivi emissivi nazionali.