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Obiettivi climatici EAU, l’host della Cop28 non fa i compiti a casa

“Insufficienti” e per alcuni aspetti “incoerenti”: così l’analisi di Climate Action Tracker sui nuovi NDC presentati dagli Emirati, che a dicembre ospiteranno il summit sul clima. Fossili ancora protagoniste grazie al miraggio della CCS e della cattura diretta dall’aria di CO2

Obiettivi climatici EAU: bocciato l’host della Cop28
crediti: CAT

I target vanno male anche rispetto alla “fair share”

(Rinnovabili.it) – Il paese che ospiterà la Cop28 di Dubai non fa i compiti a casa. Gli Emirati Arabi Uniti, dove si terrà il vertice sul clima il prossimo dicembre, hanno appena aggiornato gli obiettivi climatici EAU con l’intenzione di dare il buon esempio agli altri circa 200 paesi. Il risultato, però, è “insufficiente”.

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Il giudizio arriva da Climate Action Tracker (CAT), il consorzio di scienziati indipendenti che valuta le politiche climatiche dei paesi e monitora l’allineamento con i target globali.

I nuovi obiettivi climatici degli EAU: tante fossili, poca ambizione

Il nuovo piano degli EAU ha diversi problemi. Primo, pianifica l’aumento della produzione e del consumo di fossili. Una scelta “incoerente” con il tenere il riscaldamento globale sotto gli 1,5°C, rimarca CAT. Non solo: è una scelta che impedirà al paese del Golfo di raggiungere i nuovi Contributi Nazionali Volontari (NDC) depositati all’UNFCCC. “Le emissioni continueranno a salire fino al 2030, quando dovrebbero scendere del 35% rispetto ai livelli del 2021 per essere compatibili con 1,5°C”, riassume il consorzio di climatologi.

Sulla carta, il nuovo NDC è “quasi sufficiente”, cioè porterebbe il paese su una traiettoria appena superiore ai 2 gradi. Prevede di tagliare le emissioni a 185 milioni di tonnellate di CO2 (MtCO2) l’anno entro il 2030, un miglioramento del 14% rispetto ai vecchi NDC presentati solo un anno fa. Ma il giudizio cambia quando si leggono gli obiettivi climatici EAU sullo sfondo delle politiche approvate e, soprattutto, se confrontati con la “fair share” degli EAU, cioè con quanto il paese dovrebbe impegnarsi in base al suo peso specifico in fatto di gas serra.

Le politiche attuali, sottolinea CAT, ci portano verso un mondo oltre 3 gradi più caldo, mentre se si tiene conto della “fair share” i target sono sfasati di oltre 4°C. Da un lato si punta ad arrivare al 30% di rinnovabili entro fine decennio, dall’altro lato si prevede ancora un ruolo enorme per le fossili nel 2050.

“Dato questo continuo sviluppo del gas fossile, non è chiaro come gli Emirati Arabi Uniti intendano raggiungere il loro obiettivo di emissioni nette zero per il 2050 – commenta CAT –. L’ultimo NDC degli Emirati Arabi Uniti afferma che intendono sviluppare la cattura e lo stoccaggio del carbonio, nonché la cattura diretta dall’aria, ma senza specificare l’entità delle riduzioni e delle rimozioni delle emissioni che ciò rappresenterebbe”.