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Confermata la scadenza del 31 marzo 2025 per l’obbligo di polizza catastrofale per le imprese. Chiarite le regole per il calcolo dei premi e i limiti all’obbligo di indennizzo per le aziende assicuratrici. Definiti i criteri per individuare i singoli eventi naturali. Novità su massimali e scoperti.
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Sono molte le novità introdotte dal decreto attuativo Regolamento recante modalità attuative e operative degli schemi di assicurazione dei rischi catastrofali, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 48 del 27 febbraio 2025, relativo all’obbligo per tutte le aziende italiane di dotarsi di una assicurazione contro gli eventi climatici estremi.
Con la pubblicazione del decreto attuativo si compie l’iter normativo dell’obbligo, introdotto dalla Legge di Bilancio del 2023 (213/2023). Il decreto entrerà in vigore il 14 marzo 2025.
Vediamo quali sono le novità introdotte dal testo e gli altri elementi portanti.
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Assicurazione obbligatoria catastrofi naturali: ambito di applicazione e soggetti obbligati
L’articolo 1 del decreto definisce con precisione i soggetti tenuti all’adempimento. Include tutte le imprese con sede legale in Italia e quelle estere con stabilimento organizzato nel territorio nazionale, iscritte al Registro delle Imprese. Sono escluse solo le microimprese agricole, per le quali rimangono valide le disposizioni della Legge 234/2021.
L’obbligo si applica alle immobilizzazioni materiali elencate nell’articolo 2424 del codice civile: terreni, fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature industriali. Restano esclusi veicoli e merci.
Il decreto attuativo conferma il posticipo dei termini di adeguamento al 31 marzo 2025. La Legge 213/2023 fissava originariamente il 31 dicembre 2024 come scadenza, ma la nuova data era già stata prevista dal Decreto Milleproroghe 20/2024.
Le scadenze per l’obbligo di polizza catastrofale sono:
- il 31 marzo 2025 per la generalità delle imprese,
- il 31 dicembre 2025 per i settori della pesca e dell’acquacoltura.
Eventi assicurabili e definizione di evento catastrofale “unico”
Il decreto introduce una tassonomia dettagliata degli eventi catastrofali, classificati in:
- alluvioni,
- inondazioni,
- esondazioni,
- terremoti,
- frane.
Una importante novità introdotta con il decreto attuativo riguarda come definire il singolo evento catastrofale. Per evitare controversie interpretative, il testo specifica che un evento è considerato “unico” se le sue manifestazioni si verificano entro 72 ore dalla prima occorrenza.
Questa definizione temporale risolve il problema della frammentazione degli eventi, impedendo che danni causati da uno stesso fenomeno naturale vengano trattati come sinistri separati.
Obbligo polizza catastrofale: determinazione dei premi e criteri di mutualità
Uno degli aspetti più innovativi del decreto riguarda la strutturazione dei premi. I premi devono essere proporzionali al rischio sulla base di 3 fattori principali:
- la localizzazione geografica degli immobili, con riferimento alle mappe di pericolosità aggiornate;
- la vulnerabilità intrinseca dei beni assicurati;
- l’adozione di misure di prevenzione da parte delle imprese.
Quest’ultimo elemento introduce un meccanismo premiante: le aziende che implementano interventi di mitigazione del rischio (come rinforzi strutturali o sistemi di allerta precoce) beneficiano di una riduzione proporzionale dei costi assicurativi.
Il decreto stabilisce inoltre che i premi siano aggiornati periodicamente per riflettere l’evoluzione delle conoscenze scientifiche e dei modelli predittivi, garantendo al contempo la sostenibilità finanziaria delle compagnie.
Lo “scoperto” e i massimali di indennizzo
Il regolamento disciplina in modo differenziato il carico economico residuale a carico delle imprese, l’importo del danno che può rimanere a carico dell’assicurato (il cosiddetto “scoperto”):
- per polizze fino a 30 milioni di euro, l’onere non può superare il 15% del danno indennizzabile;
- oltre questa soglia e per le grandi imprese (fatturato oltre i 150 milioni di euro e più di 500 dipendenti), la percentuale è definita liberamente attraverso negoziazione.
Viene quindi introdotta più flessibilità nella definizione delle polizze, riconoscendo la diversa forza negoziale di PMI e grandi aziende.
Parallelamente, e in modo analogo, vengono introdotti massimali graduati sulle somme assicurate:
- Fino a 1 milione di euro: copertura integrale;
- Tra 1 e 30 milioni: copertura al 70% del valore;
- Oltre 30 milioni: trattativa tra parti.
Obblighi per le compagnie assicurative e ruolo di SACE
Il decreto mitiga l’originario obbligo a contrarre imposto alle assicuratrici. La Legge di Bilancio 213/2023 stabiliva che le assicurazioni erano obbligate a stipulare le polizze. Il decreto attuativo consente invece alle imprese assicuratrici di limitare l’assunzione di nuovi rischi qualora vengano superati i massimali di tolleranza.
Come già anticipato, per supportare il mercato è previsto il coinvolgimento di SACE, autorizzata a garantire fino al 50% degli indennizzi per un massimo di 5 miliardi di euro annui. Questo meccanismo, regolato da apposite convenzioni con ANIA, funge da paracadute finanziario per le compagnie, distribuendo il rischio su un piano sovra-aziendale.
Esclusioni di copertura
Il testo del decreto elenca esplicitamente i danni non indennizzabili, tra cui:
- eventi causati da azione umana diretta;
- conseguenze di conflitti armati, terrorismo o sabotaggi;
- danni da energia nucleare, sostanze radioattive o inquinamento.
Sanzioni per le imprese inadempienti
Non sono previste sanzioni dirette di alcun tipo.
Tuttavia, le imprese inadempienti rischiano la perdita di agevolazioni fiscali o contributive legate all’obbligo assicurativo.