Con il nuovo regolamento ESR, l’Italia ha target di -43,7% al 2030 nei settori non Ets
(Rinnovabili.it) – I paesi Ue dovranno tagliare le emissioni non-Ets del 40% entro fine decennio rispetto ai livelli del 2005. Con gli stessi target differenziati proposti in origine dalla Commissione. Ma con più flessibilità. E la possibilità di scambiarsi quote emissive tra loro. È il nocciolo dell’accordo sul nuovo regolamento ESR, che copre tutti i settori non inclusi nel mercato europeo del carbonio – edifici, trasporti su strada e via mare, agricoltura, rifiuti e piccole industrie – e regola quindi circa il 60% dei gas serra del continente. La riforma dell’Effort Sharing Regulation, tassello del pacchetto Fit for 55, è stata approvata ieri notte da Parlamento e Consiglio dell’Ue.
Nuovi obiettivi nazionali
Che cosa cambierà per i Ventisette? Il target generale di riduzione dei gas serra nei settori non-Ets passa dal 30 al 40% e di conseguenza cresce anche la quota nazionale. Che varia a seconda del Pil pro capite e di una valutazione costi-benefici. Per la prima volta, tutti i paesi Ue dovranno tagliare le emissioni almeno del 10%. Nella prima versione dell’ESR, in vigore dal 2018, 7 paesi restavano sotto questa soglia tra cui la Bulgaria che era addirittura esentata. Dai negoziati tra i due organi Ue, i target nazionali escono identici a quelli suggeriti dalla Commissione: per l’Italia significa ridurre le emissioni del 43,7%.
Più flessibilità nel nuovo regolamento ESR
Le novità maggiori per l’Effort Sharing Regulation arrivano sul fronte della flessibilità garantita ai Ventisette (già criticata da alcuni osservatori). La traiettoria dei tagli è lineare fino al 2025. Poi si rivaluterà la performance dei singoli paesi e si potrà modificare la quota annuale per il periodo 2026-2030, aumentando o abbassando la riduzione richiesta.
Viene poi istituito un sistema di scambio di emissioni tra i Ventisette. Chi emette meno della quota annuale allocata può spalmarne il 25% sugli anni successivi. Se invece un paese sfora può acquistare da altri fino al 7,5% della sua quota annuale fino al 2025 e fino al 5% nella seconda metà del decennio. C’è poi per tutti la possibilità di far valere ai fini ESR una parte dei crediti generati dallo stoccaggio di CO2 sotto il capitolo LULUCF e, per 9 paesi Ue, sarà possibile usare una parte dei crediti Ets per compensare emissioni eccessive in ambito ESR.