L’Algeria dal 2022 è tornata a essere il 1° fornitore di gas dell’Italia, scavalcando la Russia
(Rinnovabili.it) – Il fantomatico nuovo gasdotto Algeria-Italia “per l’idrogeno” al centro della visita di Giorgia Meloni in Algeria di due mesi fa era proprio il Galsi. O almeno così sostiene il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune in un’intervista all’emittente televisiva qatariota Al Jazeera andata in onda il 22 marzo. E lo dovranno pagare Algeria e Italia di tasca propria perché l’Europa non sarebbe intenzionata a metterci risorse.
Non sarebbe la prima volta che il capo dello stato algerino tenta una “fuga in avanti” sul dossier energetico rendendo delle dichiarazioni che non riflettono davvero le intese strette con Roma. D’altronde, il Galsi è un progetto a cui l’Algeria tiene molto ma che ha trovato la sponda italiana sempre più fredda negli ultimi anni.
Algeri punta gli occhi sulla Sardegna
Secondo Tebboune, il nuovo gasdotto Algeria-Italia partirà dalla costa orientale del paese e approderà in Sardegna e ci sarebbero degli studi in corso sulla fattibilità dell’opera. È esattamente il tracciato del progetto Galsi. Il condotto sottomarino di 832 km, di cui in Italia non si parla quasi più fin dal 2015-16, avrebbe dovuto collegare il porto algerino di Koudiet Draouche, nel nord-est, a quello di Porto Botte, Sardegna sud-occidentale. E da lì tagliare in diagonale tutta l’isola (il che implica costruire una dorsale nell’unica regione italiana che non è dipendente dal gas fossile), per poi rituffarsi in mare a Olbia, dribblare l’arcipelago toscano e approdare a Piombino.
Durante la visita di Meloni nel paese nordafricano, a fine gennaio di quest’anno, l’opzione Galsi era tornata a fare capolino. A una domanda in conferenza stampa, che citava espressamente il Galsi, Tebboune aveva risposto affermativamente ma senza fare il nome del gasdotto né dare indicazioni sul tragitto. Da parte italiana, sia il governo che Eni avevano rilasciato note stampa ancora più asciutte e senza dettagli utili a capire di che gasdotto si stava parlando.
Dall’Ue niente aiuti per il nuovo gasdotto Algeria-Italia
Su una sola cosa Roma e Algeri erano palesemente d’accordo: la costruzione di un nuovo gasdotto. Ovviamente “per l’idrogeno”, in grado cioè di trasportare una miscela al massimo al 20% di H2 insieme al gas fossile. La caratteristica dell’hydrogen-ready è un po’ il passepartout per proporre nuove infrastrutture fossili oggi, perché le rende accettabili agli occhi di Bruxelles e degli investitori. Ma non sarebbe il caso di questo gasdotto.
A sentire Tebboune, riporta Agenzia Nova, l’Unione europea avrebbe delle “difficoltà” a finanziare il nuovo gasdotto. Una circostanza che avrebbe ha spinto Algeri e Roma a decidere di sovvenzionare direttamente l’opera. Finora, tuttavia, non si ha notizia di interesse da parte italiana a mettere mano al portafoglio.