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Il nuovo commissario UE per il clima non si è mai occupato di clima (ma ha lavorato per Shell)

L’Europarlamento sta per vagliare il profilo di Wopke Hoekstra, il ministro degli Esteri olandese candidato a sostituire il dimissionario Frans Timmermans. Curriculum e profilo fanno discutere

Wopke Hoekstra: chi è il nuovo commissario UE per il clima
crediti: European People’s Party via Flickr CC BY 2.0

Guiderà la delegazione europea alla Cop28 di Dubai

(Rinnovabili.it) – Per Ursula von der Leyen sarà “una risorsa forte”. Per i socialisti è fuori luogo perché proviene dalla famiglia dei cristiano-democratici, che stanno provando a smantellare il Green Deal anche a costo di allearsi con l’estrema destra in Europa come si è visto con la Nature Restoration Law a luglio. Per la società civile è inadeguato anche per il suo passato alla Shell. Fa discutere molto ancora prima di essere confermato ufficialmente la candidatura di Wopke Hoekstra a nuovo commissario UE per il clima.

L’attuale ministro degli Esteri olandese potrebbe presto diventare il successore di Frans Timmermans nel ruolo di vicepresidente della Commissione europea con delega al clima. E, con tutta probabilità, guidare anche la delegazione UE ai negoziati sul clima di Dubai il prossimo dicembre. Ma la sostituzione in corsa (Timmermans ha lasciato da poco per candidarsi alle elezioni in Olanda come leader di una coalizione rosso-verde), anche se durerebbe pochi mesi visto che gli europei torneranno alle urne la prossima primavera, ha fatto sollevare molte sopracciglia.

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Lo scoglio principale per la sua conferma a nuovo commissario europeo per il clima – dovrà passare lo scrutinio dell’Europarlamento – è un enorme buco nel suo curriculum: non si è mai occupato di clima e ambiente. Ha fatto il ministro delle Finanze (e von der Leyen, cercando un appiglio, ha detto che il suo è un ottimo profilo per lavorare sulla finanza climatica), ma sulla sua scrivania non sono mai atterrati dossier pesanti e complicati come quelli che dovrebbe prendere in mano già dalle prossime settimane. La maggior parte dei provvedimenti del Green Deal è già approvato, ma alcuni temi ancora in ballo sono caldissimi. Su tutti, le nuove norme sull’uso dei pesticidi e sull’uso delle nuove tecniche di modificazione genetica in agricoltura.

Nel cv trova invece posto un incarico per McKinsey e uno alla Shell, la principale compagnia fossile europea. “Nel mezzo di un’emergenza climatica, abbiamo bisogno di un leader con comprovata esperienza e valide credenziali per guidare questo portafoglio critico”, ha affermato Chiara Martinelli, direttrice di CAN Europe. Un commento che suona come una sfiducia senza appello verso Wopke Hoekstra. Non accomodanti anche i toni usati da Pascal Canfin, alla guida della commissione Ambiente dell’Europarlamento: “Dovrà dimostrare di essere l’uomo giusto al posto giusto”, ha scritto su X (il nuovo nome di Twitter). “Non è garantito che il Parlamento lo sosterrà”, ha aggiunto Mohammed Chahim, vicepresidente del gruppo di centrosinistra Socialisti e Democratici (S&D). “La probabilità che lo sosteniamo dipende da se ci sorprenderà durante l’udienza. Ma non siamo molto entusiasti di lui”, ha aggiunto.