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Nuove rinnovabili italiane, sbloccati 11 GW nel 2022

nuove rinnovabili italiane
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Nuove rinnovabili italiane, tra passi avanti e ritardi

(Rinnovabili.it) – 11 GW di nuove rinnovabili italiane sbloccati nel 2022, di cui 9,5 GW pronti ad entrare in esercito nei prossimi mesi e nella prima metà del 2023. Cifre che fanno impallidire i risultati degli anni precedenti e che raccontano una nuova fase di crescita per l’energia pulita nazionale. I numeri li ricorda oggi il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) in una nota stampa, con l’obiettivo di fare chiarezza tra quanto già fatto dal Governo per sostenere le FER e quanto ancora da fare. Un intervento che cerca di rispondere alle diverse polemiche e preoccupazioni in merito al completamento dell’assetto normativo, e su cui oggi pesa (e non poco) il cambio di Esecutivo.

In realtà alcuni dati sono già noti. Dai report pubblicati da Terna sappiamo che da gennaio ad agosto 2022 l’Italia ha messo in funzione oltre 1,4 GW di nuova potenza fotovoltaica e 286 MW di eolico. Un risultato merito anche degli interventi di semplificazione messi in campo durante il Governo Draghi, periodo che ha visto più di un centinaio di norme dedicate all’implementazione delle rinnovabili.

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Per quanto riguarda autorizzazioni e pareri, il MiTE ha emanato 63 provvedimenti (Via, scoping, ecc) relativi a 8,2 GW e ne sta predisponendo altri 19 per ulteriori 1,1 GW: un totale di 82 provvedimenti per 9,3 GW. La Commissione tecnica presso il MiTE, inoltre, si è già espressa su 49 progetti (corrispondenti a 2,9 GW), per i quali ora si attende il parere del Ministero della Cultura”. Sommando anche le precedenti richieste al momento il Dicastero starebbe processando ben 900 istanze, di cui però le tempistiche rimangono poco chiare. Perché? Perché legate al coinvolgimento di numerosi attori, Regioni in primis.

Decreto aree idonee e decreto autoconsumo, quanto manca

Il Ministero ci tiene a precisare che lato permitting e richieste di connessione rete le nuove rinnovabili italiane “non dipendono in alcun modo dall’entrata in vigore del decreto sulle aree idonee. Il provvedimento era stato previsto dalla legge 122/2021 in recepimento alla direttiva RED II, con l’obiettivo di stabilire i criteri in base  ai quali gli enti regionali dovrebbero individuare entro dicembre 2022, le aree atte ad ospitare gli impianti FER. Il testo era atteso per lo scorso 30 giugno ma ad oggi risulta ancora in fase di definizione. “È in corso un serio confronto che coinvolge tutte le amministrazioni interessate per bilanciare i diversi interessi pubblici e mediare tra i differenti orientamenti sui criteri di localizzazione”, spiega il MiTE aggiungendo però che il ritardo accumulato non dovrebbe frenare il settore. “I dati Terna, infatti, registrano che ad oggi sono già stati sbloccati circa 11 GW”, si legge nel comunicato. “La maggior parte (9,5 GW) verrà messa in esercizio nei prossimi mesi e nel 2023. Rispetto a luglio 2022, la potenza autorizzata e attesa in esercizio da qui al 2026 cresce ulteriormente di circa 1 GW”. Ma ricordiamo anche che le richieste di connessione alla rete in alta tensione già presentate hanno raggiunto i 280 GW.

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Che la situazione stia migliorando è evidente ma l’Italia può fare di meglio e gran parte di questo meglio è legato ad atti di semplificazione e supporto ancora da pubblicare. Strumenti come la nuova regolamentazione degli incentivi per la condivisione dell’energia e le comunità energetiche. L’atto, figlio anch’esso della legge 122/2021, dovrebbe essere “in fase di consultazione”, secondo quanto riportato dal Ministero.

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