Più trasparenza per i procedimenti che riguardano gli impianti di accumulo idrico
Si aggiornano le regole sugli sbarramenti fluviali e bacini di accumulo idrico. La Commissione che si occupa della Difesa del Suolo – presieduta da Claudio Leone – ha espresso all’unanimità parere favorevole alla proposta del nuovo regolamento in materia.
Si prevede, tra l’altro, maggiore trasparenza e chiarezza per i procedimenti che riguardano gli impianti di accumulo idrico e una migliore classificazione degli sbarramenti di competenza regionale, aggiungendo ripartizioni in termini di rischio potenziale che permettono di concentrare la vigilanza delle strutture regionali in modo più coordinato.
L’assessore Marco Gabusi ha spiegato che: “Si tratta di un regolamento molto tecnico e specifico, bisognoso di modifiche, decisamente obsoleto visto e considerato che la sua prima stesura risale a diciassette anni fa e le ultime correzioni sono vecchie di 13 anni”. Per questo c’è la necessità di stare al passo coi tempi, semplificando e riducendo gli adempimenti burocratici per coloro che gestiscono gli sbarramenti fluviali.
Gli uffici regionali del Settore Difesa Suolo–Dighe hanno riferito che lo scopo principale del regolamento riguarda la messa in sicurezza delle infrastrutture e le procedure di certificazione delle stesse, con particolare attenzione alle procedure di valutazione di impatto ambientale (Via) e di valutazione ambientale strategica (Vas).
Sono intervenuti i commissari Carlo Riva Vercellotti (FdI), Valter Marin e Leone (Lega).
Il titolo del testo, per esteso, è “Attuazione della legge regionale numero 25/2003 (Norme in materia di sbarramenti fluviali di ritenuta e bacini di accumulo idrico di competenza regionale. Abrogazione delle leggi regionali numero 58/95 e 49/96). Abrogazione del regolamento regionale numero 12/2004 e 1/2008”.