Nel 2020 il 62% della nuova capacità rinnovabile ha registrato costi più bassi del combustibile fossile più economico. Il Renewable Power Generation Costs di IRENA mostra la progressiva riduzione della spesa tecnologica ed operativa.
Le nuove energie rinnovabili potrebbero far risparmiare fino 32 mld di dollari l’anno
(Rinnovabili.it) – “Le rinnovabili stanno diventando sempre più concorrenziali nel panorama energetico”. Con queste parole Francesco La Camera, direttore dell’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA), ha aperto il nuovo rapporto Renewable Power Generation Costs in 2020 (testo in inglese). Il documento, pubblicato ieri, segue da vicino i trend di costo per solare, eolico, idroelettrico, geotermia e agroenergie. E sottolinea come le nuove rinnovabili battano oggi anche il combustibile fossile più economico al mondo, il carbone.
Che il settore stia sviluppando una buona competitività non è una novità. Lo sono invece le dimensioni di tale competitività. Basti pensare che nel 2020, il 62% della capacità verde aggiunta nel mondo – pari a 162 GW – ha registrato costi più bassi dei nuovi impianti termoelettrici. Neppure una pandemia globale è riuscita a interrompere la tendenza al ribasso su cui si stanno muovendo le green energy oramai da 10 anni.
Rispetto al passato, i risultati non si contano più solo nei mercati sviluppati. “Oggi, le rinnovabili rappresentano la fonte di energia più economica”, ha sottolineato La Camera. “Offrono ai paesi legati al carbone un programma di eliminazione graduale economicamente allettante […] per soddisfare la crescente domanda energetica, risparmiando costi, aumentando i posti di lavoro, stimolando la crescita e rispettando gli obiettivi climatici”. Il rapporto stima, infatti, che le nuove energie rinnovabili installate nelle economie emergenti nel 2020, ridurranno i costi elettrici di almeno 6 miliardi di dollari (rispetto alla produzione a carbone).
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I costi della produzione di energie rinnovabili
Tecnologie in costante miglioramento, economie di scala, catene di approvvigionamento concorrenziali e il complessivo miglioramento dell’esperienza aziendale, sono le leve di questo progresso. A renderlo concreto sono i numeri dell’LCOE, una misura economica utilizzata per confrontare i costi del ciclo di vita della generazione elettrica per le varie tecnologie di generazione.
Nel 2020, LCOE dell’eolico onshore è diminuito del 13%, rispetto al 2019 raggiungendo i 0,039 $/kWh. Nello stesso periodo, l’LCOE del solare termodinamico è calato del 16% a 0,108 $/kWh; quello eolico offshore del 9% (0,084 $/kWh) e quello del fotovoltaico su scala industriale del 7% (0,057 $/kWh). Questi valori stanno minando le centrali termoelettriche più economiche. L’analisi di IRENA suggerisce che 800 GW di capacità esistente a carbone hanno oggi costi operativi superiori rispetto alle nuove energie rinnovabili. La sostituzione di questi impianti con una produzione verde potrebbe far risparmiare fino a 32 miliardi di dollari l’anno.
Il trend non si esaurirà a breve. I risultati delle ultime aste o dei contratti di acquisto a lungo termine (PPA) confermano la competitività delle nuove energie rinnovabili anche per il futuro. I dati IRENA indicano che i progetti fotovoltaici su larga scala – vincitori di gare competitive e commissionati per il 2022 – potrebbero avere un LCOE medio di 0,04 $/kWh; ossia il 27% in meno rispetto al concorrente più economico tra gli impianti fossili. Per l’eolico offshore si stima invece che, in Europa, i costi rientreranno nell’intervallo compreso tra 0,05 $/kWh e 0,10 $/kWh, da oggi fino al 2023. La forbice è legata all’eventuale ritardo accumulato sul programma iniziale.