A spegnersi saranno i due impianti di Neckarwestheim nel Baden-Württemberg e di Isar 2 in Baviera. La centrale di Emsland in Bassa Sassonia ha chiuso i battenti a fine 2022, altri 3 impianti era stati fermati un anno prima
Il 15 aprile termina l’estensione di 4 mesi accordata al nucleare in Germania oltre la deadline del 31 dicembre 2022
(Rinnovabili.it) – Dopo 62 anni, Berlino scrive davvero la parola fine al nucleare in Germania. La data per lo stop definitivo è sabato 15 aprile, 4 mesi oltre la scadenza fissata anni fa da Angela Merkel all’indomani delle dimostrazioni anti-nucleare per il disastro di Fukushima. Una scelta che l’attuale governo, di cui fanno parte i Verdi, ha preso per tenersi una carta di riserva in caso di grave crisi energetica a causa della guerra in Ucraina e l’addio al gas russo.
Quanto pesava l’ultimo nucleare in Germania?
Gli ultimi reattori nucleari tedeschi immettevano nella rete 70 GWh al giorno, coprendo circa il 3-7% della domanda di elettricità tedesca. Si tratta di 2 impianti: le centrali nucleari di Neckarwestheim nel Baden-Württemberg e di Isar 2 in Baviera. Il primo sito comprende 1 reattore PWR attivo (il 2° è già spento) per un totale di 1,4 GW di capacità installata. Isar 2, entrata in funzione nel 1988 come la precedente, ha ancora un reattore PWR attivo che produce 1,485 GW.
Queste centrali nucleari hanno continuato a operare in regime di emergenza dal 1° gennaio 2023. Ma l’accordo politico per tenerle in funzione prevedeva lo stop alle forniture di barre di combustibile nucleare: un modo, per i Verdi, di assicurarsi che non fossero possibili nuove dilazioni temporali sullo stop definitivo al nucleare in Germania. La centrale di Emsland in Bassa Sassonia, il 3° impianto ancora attivo nel 2022, ha invece chiuso come da crono-programma a dicembre dello scorso anno.
“L’eliminazione graduale è soprattutto un ingresso finale: in un approvvigionamento energetico sicuro e a basso rischio, accessibile e pulito – nell’era delle rinnovabili”, ha commentato la leader del partito de Verdi Ricarda Lang. E ai (molti) critici di questa scelta, che temono che l’addio all’atomo in questa congiuntura sia solo un favore a carbone e gas, replica il ministro dell’Economia e dell’Ambiente Robert Habeck: “La sicurezza energetica è stata raggiunta durante l’ultimo difficile inverno e continuerà anche in futuro”.