L’impianto nucleare è ripartito nella mattina del 23 giugno
(Rinnovabili.it) – “Sembra che l’industria e il governo non abbiano imparato la lezione di Fukushima”. A parlare è Tatsujiro Suzuki, ex vicepresidente della Commissione per l’energia atomica del Giappone e adesso membro del comitato consultivo di una commissione parlamentare sulla sicurezza nucleare. Suzuki lancia l’allarme dopo che l’esecutivo ha deciso di riavviare una centrale nucleare, spenta nel 2011, che ha 44 anni.
Poca trasparenza e un uso disinvolto dei sussidi per indorare la pillola alla popolazione locale. Sono questi i motivi per cui Suzuki è preoccupato. In appena due anni, ufficiali del ministero dell’economia giapponese hanno fatto ben 110 visite nella prefettura di Fukui, nella parte occidentale del paese, dove si trova la centrale nucleare di Mihama. Appena prima del via libera ufficiale al riavvio dell’impianto, sulle comunità locali sono piovuti 30 milioni di dollari in sussidi. Il ministero ha spiegato che le visite servivano semplicemente per porterà avanti uno scambio di opinioni.
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Sul fronte della trasparenza, invece, il problema riguarda le procedure che circondano il riavvio della centrale nucleare. Mihama è uno dei 16 reattori che ad oggi hanno ricevuto l’approvazione per il riavvio, eliminare o definitiva. E all’impianto è stata accordata un’estensione della durata di vita. “Le estensioni avrebbero dovuto essere in circostanze eccezionali, ma questa non sembra così eccezionale”, ha commentato Suzuki.
Tokyo ha imparato la lezione del 2011? Secondo Suzuki no. “E’ sempre importante chiedersi quali sono le sanzioni per un cattivo comportamento aziendale. Se non ce ne sono, e in Giappone non ce ne sono, allora la supervisione non ha senso”, ha detto, aggiungendo di essere “preoccupato” per la ripartenza.
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Il Giappone punta di nuovo sull’energia nucleare per raggiungere i suoi obiettivi di decarbonizzazione entro il 2050. Alla fine del 2020, il premier Suga aveva annunciato che atomo e rinnovabili sarebbero stati due perni della strategia nazionale. L’attuale piano energetico del Giappone, però, prevede che al 2030 nucleare pesi per il 20-22% del mix elettrico. il governo sta ultimando in queste settimane la revisione del documento e ha promesso che avrebbe diminuito il ruolo dell’ atomo il più possibile, ma senza dare ulteriori dettagli.