Sul tavolo anche la proposta di compromesso su nucleare e gas del francese Canfin
(Rinnovabili.it) – Guerra a tutto campo sulla tassonomia verde. Se il nucleare sarà lasciato fuori, una pattuglia di paesi è pronta a bocciare l’intero pacchetto. Dunque non solo il secondo atto delegato, dove ci sarà scritto il destino di atomo e gas, ma anche il primo che tratta delle rinnovabili. “Un numero importante di stati membri considera che la situazione attuale non è soddisfacente”, spiegava ieri una fonte francese al Foglio, perché sul nucleare e sul gas “gli impegni non sono stati rispettati”.
Nelle ultime settimane sono molte le voci che si sono alzate per sostenere l’inclusione di nucleare e gas nella tassonomia verde, un provvedimento con cui l’Ue decide quali investimenti considerare sostenibili – e quindi agevolare perché essenziali per la transizione energetica – e quali no. Su tutte, quella della commissaria all’Energia Kadri Simson.
“C’è un crescente senso di realismo sulla necessità di integrare le energie rinnovabili con la produzione di elettricità del carico di base”, ha detto la commissaria la settimana scorsa durante la World Nuclear Exhibition di Parigi. “Il punto è che in questo momento, l’energia nucleare è la fonte a basso contenuto di carbonio più diffusa che fornisce il carico di base necessario per la stabilità della rete elettrica”.
Favorevole all’inclusione del nucleare e del gas nella tassonomia verde anche Pascal Canfin che presiede la commissione Ambiente del parlamento europeo. Per il deputato francese, però, le due fonti energetiche dovrebbero rientrare in una categoria apposita dove sarebbero etichettate come “transitorie”. Una soluzione mediana, in pratica un sì ma con una scadenza temporale, escogitata dallo stesso Canfin per provare a risolvere l’impasse in Europa. Sull’atomo, la proposta Canfin prevede due step: sì immediato al nucleare in tassonomia verde, con promessa di un nuovo atto legislativo nel 2022 per regolare la gestione delle scorie.
L’Ecofin che si sta tenendo in queste ore è considerato il momento della verità. Vi partecipa per la prima volta il nuovo governo tedesco guidato da Scholtz, ormai nella pienezza dei suoi poteri. E l’accordo di coalizione su cui si regge l’esecutivo di Berlino ha taciuto sul futuro del nucleare, forse per non entrare subito in rotta di collisione con l’alleato francese. Dalla riunione di oggi si capirà se i Ventisette hanno un accordo e di che tipo, o se ci saranno nuovi ritardi. (lm)