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La Russia chiude il Nord Stream 1, azzerate le forniture

Nord Stream 1: Gazprom azzera le forniture
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Ufficialmente, il Nord Stream 1 si ferma solo per una manutenzione di 3 giorni

(Rinnovabili.it) – Nuovo stop alle forniture di gas russo. Ufficialmente, per una manutenzione straordinaria di tre giorni. Da questa mattina sono azzerati i flussi attraverso il Nord Stream 1, il gasdotto che rifornisce principalmente la Germania ma anche altri paesi europei tra cui l’Italia. Il gas che arriva a Roma, infatti, viaggia soprattutto attraverso il Tag (Trans Austria Gas Pipeline) ma una quota passa dalla condotta che passa sotto il mar Baltico.

Dalle 3 del mattino ora italiana, i dati sui flussi agli entry points del Nord Stream 1 sono scesi rapidamente a zero. L’operazione, fa sapere l’agenzia stampa russa TASS, è necessaria per lavori di manutenzione alla stazione di compressione di Portovaya. Già finita sotto i riflettori nei mesi scorsi quando Mosca aveva usato i ritardi nella sostituzione di una delle turbine (causa sanzioni occidentali) per iniziare a chiudere i rubinetti. Prima portando i flussi al 40%, poi da fine luglio al 20% della capacità complessiva.

I lavori dovrebbero durare soltanto 3 giorni e concludersi nella mattinata di sabato 3 settembre. Ma a Berlino e nelle altre capitali europee si teme che il Cremlino stavolta non riaprirà i rubinetti. Lo fanno pensare alcuni dettagli della manutenzione. A differenza di quella – programmata – di luglio, stavolta l’annuncio è arrivato con poco preavviso (due settimane) e le operazioni saranno svolte direttamente da Gazprom, non da Nord Stream AG, il consorzio che gestisce il gasdotto e include anche l’olandese Gasunie, la francese Engie e le tedesche Wintershall Sea e E.ON.

Poi c’è la tempistica. La Russia in questi mesi ha usato i flussi di gas per tenere alta la pressione sull’Europa. A inizio settembre i paesi UE si riuniranno per decidere nuove misure straordinarie contro la crisi energetica e uno stop al Nord Stream 1 potrebbe dare nuovi argomenti a chi, tra i Ventisette, vorrebbe un approccio più soft verso Mosca. Senza dimenticare gli stoccaggi: in questi giorni l’Europa ha sostanzialmente raggiunto i target fissati dal piano Repower EU per il 1° novembre, ma con nuovi stop potrebbe faticare a mantenere i livelli di storage senza sacrifici da parte dell’industria.

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