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Le allegre promesse di BoJo: neutralità climatica e ripresa verde sono senza copertura

Neutralità climatica
credits: Pippa Fowles / No 10 Downing Street via Flickr | CC BY-NC-ND 2.0

Mancano 22 miliardi per rendere credibile l’obiettivo della neutralità climatica

(Rinnovabili.it) – C’è ancora “un divario significativo” tra le misure annunciate dalla Gran Bretagna e l’effettiva traiettoria necessaria per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. Anzi, i piani del premier Boris Johnson non sembrano avere la copertura necessaria nemmeno nel breve termine, visto che si riscontra “un’immediata mancanza di fondi stanziati” per centrare gli obiettivi climatici e di tutela della natura previsti per la legislatura attuale che si conclude nel 2024.

A sollevare più di un dubbio sulla solidità della politica climatica della Gran Bretagna è Green Alliance, in un rapporto pubblicato oggi dove passa in rassegna tutti i piani e gli annunci di Londra in materia di clima. E sottolinea che, per esercitare una leadership climatica credibile alla COP26 di novembre 2021, presieduta ed ospitata dagli UK, la condizione preliminare è “avere la propria casa in ordine”.

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A metà novembre, Johnson ha finalmente reso pubblico il suo piano per la ripresa verde. Un documento cruciale visto che non solo deve accompagnare il paese oltre la crisi generata dalla pandemia, ma lo deve anche traghettare nel nuovo mondo post Brexit. Il piano da 12 mld di sterline era subito sembrato ambizioso nei contenuti ma carente nei fondi stanziati.

Eolico offshore, idrogeno, mobilità elettrica e phase out accelerato dei veicoli tradizionali, e ancora tecnologie CCS ed efficientemente energetico degli edifici attraverso l’installazione capillare di pompe di calore. E una riduzione delle emissioni del 68% entro il 2030. Queste le misure più importanti annunciate dal premier.

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Secondo Green Alliance, però, gli attuali piani del governo ammontano a meno di un quarto dei tagli alle emissioni necessari per raggiungere gli obiettivi a medio termine, cioè entro il 2030. Per correggere la rotta, calcola la ong, servono 22,7 miliardi di sterline di spesa aggiuntiva.

Nel dettaglio, sarebbero necessari 9 mld per accelerare la transizione ai veicoli elettrici e per gli altri interventi relativi a mobilità e trasporti; 2,3 miliardi per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici; e altri 6,6 miliardi divisi tra azioni di conservazione della natura e iniziative per il settore agricolo, che pesa per il 7% delle emissioni UK, un dato che non scende da oltre 12 anni.

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