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Sulla neutralità climatica, le aziende pubbliche surclassano quelle private

Neutralità climatica
Credits: Gerd Altmann da Pixabay

Anche se fissano target net-zero, le aziende private tendono a non includere le emissioni Scope 3

(Rinnovabili.it) – Sui binari della neutralità climatica, le 100 maggiori aziende pubbliche al mondo viaggiano decisamente più spedite delle loro omologhe private. Solo il 32% di queste ultime ha fissato un obiettivo per raggiungere emissioni nette zero. La percentuale sale al 69% nel caso di compagnie pubbliche. Lo ha calcolato un rapporto di Net Zero Tracker pubblicato oggi.

“Su quasi tutte le metriche di quantità e qualità a impatto zero che abbiamo analizzato, scopriamo che le aziende private sono in ritardo rispetto alle loro controparti pubbliche, spesso con una distanza inquietante, si legge nel rapporto. Meno della metà, rispetto quelle pubbliche, ha fissato obiettivi di neutralità climatica. Il loro fatturato annuo combinato è di appena 1.200 miliardi di dollari: cioè 10 volte meno di quello delle aziende pubbliche, pari a 10.500 miliardi di dollari. E delle compagnie private che hanno fissato un obiettivo net-zero, solo il 13% (cioè 4) ha pubblicato un piano per raggiungerlo, contro il 73% (ovvero 50) delle loro controparti quotate in borsa.

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Non è tutto. “Le aziende private che hanno fissato un obiettivo di neutralità climatica hanno meno probabilità di includere le emissioni di Scope 3, meno probabilità di aver fissato obiettivi intermedi e meno chiarezza sull’uso previsto delle compensazioni”, afferma il rapporto di Net Zero Tracker. Un ritardo, quello del privato sul pubblico, che indica quanto sia importante accendere i riflettori sul primo. Le 100 maggiori aziende private analizzate nel rapporto, infatti, valgono circa 4000 miliardi di dollari, vale a dire più o meno il 5% dell’economia globale.

“In un certo senso, la mancanza di attenzione da parte degli stakeholder nei confronti delle imprese private è comprensibile, date le diverse circostanze in cui il capitale viene impegnato nelle imprese private rispetto a quelle pubbliche. In altri sensi, però, è inspiegabile, sottolineano gli autori. “Una tonnellata di carbonio è una tonnellata di carbonio, qualunque sia l’azienda che la emette; mentre il collasso di un’azienda dovuto a un’inadeguata considerazione dei rischi climatici può provocare sconvolgimenti sociali ed economici indipendentemente dal modo in cui è capitalizzata e gestita”.

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