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Net-Zero Industry Act, per rendere l’UE la patria della produzione di tecnologie pulite

La legge semplificherà il quadro normativo per la produzione delle tecnologie verdi puntando a soddisfare almeno il 40% del fabbisogno annuo entro il 2030. Tra le novità, semplificazione delle autorizzazioni, sandbox normativi per testare tecnologie innovative e obiettivi per la cattura della CO2

Net-Zero Industry Act
Da sn a ds: Frans Timmermans, Thierry Breton. Credits: © European Union, 2023. Foto di Claudio Centonze

 Il primo passo dell’Unione per proteggere il Made in Europe

(Rinnovabili.it) – “Il Net-Zero Industry Act […] creerà le migliori condizioni per quei settori cruciali al raggiungimento delle zero emissioni nette entro il 2050. Tecnologie come turbine eoliche, pompe di calore, pannelli solari, idrogeno rinnovabile e stoccaggio della CO2″. Con poche e semplici parole la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen ha presentato stamane l’attesa legge sull’industria a zero emissioni, uno dei provvedimenti annunciati per migliorare la competitività della produzione comunitaria di tecnologie pulite

Alla ricerca di una nuova competitività

Tra lo storico dominio della Cina sulle principali filiere del greentech e i generosi investimenti USA per far crescere la propria industria verde tramite l’IRA, la transizione energetica europea si è trovata a dover fare i conti con più di una minaccia. Ecco perché l’Esecutivo ha deciso di elaborare delle contromisure che permettano al Blocco di perseguire i target di decarbonizzazione puntando su risorse interne. Con l’obiettivo di garantire che almeno il 40% del fabbisogno annuo di tecnologie e beni strategici della transizione siano prodotti nell’UE entro il 2030“La domanda europea e mondiale [di green tech] sta crescendo” ha spiegato von der Leyen. “E noi ci stiamo muovendo per assicurarci di poter soddisfare una parte maggiore di questa domanda con l’offerta interna”. 

Il Net-Zero Industry Act è seconda di queste contromisure, dopo il Regolamento sulle materie prime critiche. La legge sostiene in particolare otto macro campi tecnologici definiti “strategici” per le zero emissioni:

  • fotovoltaico e solare termico;
  • eolico onshore e energie rinnovabili offshore;
  • batterie e accumulatori;
  • pompe di calore e geotermia;
  • elettrolizzatori e celle a combustibile;
  • biogas/biometano;
  • cattura e stoccaggio del carbonio (CCS);
  • tecnologie di rete.

Ma in misura diversa rientrano anche le tecnologie per i combustibili alternativi e quelle per la produzione di energia nucleare.

Net-Zero Industry Act, cosa prevede la legge sull’industria delle zero emissioni

Una delle grandi novità del provvedimento è l’istituzione di procedure di autorizzazione semplificate. Il Net-Zero Industry Act richiede agli Stati membri di istituire sportelli unici che fungano da punti di contatto per i promotori dei progetti. Inoltre stabilisce nuovi limiti di tempo per la concessione di permessi:

  • 12 mesi per impianti e fabbriche di tecnologie pulite con una capacità produttiva annua inferiore a 1 GW; 18 mesi per quelli superiori;
  • 9 mesi per progetti definiti “strategici” (le cui tecnologie rientrano in un preciso elenco) se la capacità produttiva annua è inferiore a 1 GW; 12 mesi se è superiore

E tutte le procedure saranno rigorosamente solo digitali.

La legge propone anche di istituire sandbox normativi per testare le tecnologie zero emissioni innovative in modo controllato per un periodo di tempo limitato. Questo significa poter adottare regimi normativi eccezionali e temporanei che ne facilitino sviluppo, sperimentazione e convalida. Riservando alle piccole e medie imprese un accesso prioritario.

Nel testo fa capolino anche un obiettivo a livello dell’UE per la cattura della CO2. Nel dettaglio la Commissione propone di raggiungere una capacità di stoccaggio annuale del carbonio di 50 milioni di tonnellate entro il 2030.

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