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Negoziati sul clima, le priorità dell’UE alla Cop28

Usare la Global Stocktake per alzare l’ambizione climatica globale. Tagliare i sussidi fossili al più tardi entro il 2025. Triplicare le rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica entro questo decennio. Sono alcuni dei punti chiave indicati dalla commissione Ambiente su cui l’UE si deve concentrare alla Cop28 di Dubai

Cop28 di Dubai: la guida completa al vertice ONU sul clima
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Fra 3 settimane inizieranno i negoziati sul clima a Dubai

(Rinnovabili.it) – Spingere tutti i paesi ad accelerare l’azione climatica in tutti i settori coperti dal Paris Agreement. Espandere i flussi della finanza climatica. Dare un taglio deciso e globale ai sussidi alle fossili. Trovare un’intesa per aumentare la capacità installata di energie rinnovabili. E premere sul versante delle azioni per il ripristino della natura. Sono le priorità indicate dall’Europarlamento che l’Unione Europea dovrebbe avere in cima all’agenda per i prossimi negoziati sul clima alla Cop28 di Dubai, al via fra tre settimane.

L’agenda dell’Europarlamento per i negoziati sul clima della Cop28

L’appuntamento di quest’anno negli Emirati Arabi Uniti è un passaggio importante nell’implementazione dell’Accordo di Parigi. A Dubai, infatti, i 200 membri dell’UNFCCC dovranno cimentarsi con la prima Global Stocktake, ovvero verificare quanto fatto dal 2015 a oggi e impostare le correzioni di rotta necessarie. Per questo motivo, sottolinea la commissione Ambiente del Parlamento europeo, la Cop28 è un’occasione preziosa per spingere tutti i paesi ad alzare l’ambizione dei propri obiettivi sul clima.

Sul capitolo della finanza climatica, gli europarlamentari vogliono che la delegazione europea faccia di tutto per onorare l’impegno sul Meccanismo Perdite e Danni preso l’anno scorso a Sharm el-Sheikh, ovvero rendere operativo il fondo già nel 2023. Un dossier tra i più caldi di quelli sul tavolo della Cop28, che sta aumentando la diffidenza tra i paesi ricchi e quelli in via di sviluppo. Gli eurodeputati ribadiscono poi la richiesta di un meccanismo di finanza pubblica dell’UE dedicato per fornire un sostegno adeguato per rispettare gli impegni europei di finanziamento climatico.

Tra gli altri punti inseriti nella risoluzione della commissione Ambiente, approvata con 56 voti a favore, 9 no e 1 astensione, spicca la richiesta di stop ai sussidi fossili da parte dei Ventisette al più tardi entro il 2025 e quella di bloccare gli investimenti in nuovi progetti fossili nel mondo (seguendo l’indicazione fornita dall’Agenza internazionale per l’energia). Infine, i deputati UE sottolineano che la crisi climatica e quella della biodiversità sono interconnesse e che gli obiettivi dell’Accordo di Parigi non possono essere raggiunti senza sforzi per ripristinare la natura.