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Nazioni Unite: dalla crisi climatica alla crisi pandemica

Secondo Antonio Guterres, il mondo è di fronte ad una crisi sanitaria globale diversa da qualsiasi altra nei 75 anni delle Nazioni Unite, una crisi che richiede una risposta coordinata e internazionale.

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Foto di Edgar Winkler da Pixabay

Il Segretario generale delle Nazioni Unite modifica la politica ONU sul coronavirus: “E’ una priorità”

(Rinnovabili.it) – La nuova pandemia di coronavirus è ora la massima priorità al mondo: per ora, i cambiamenti climatici dovranno essere messi in secondo piano. Questo è stato il controverso messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, durante una conferenza stampa (online) organizzata questa settimana.  Sebbene Guterres stia ancora esortando i paesi a non perdere di vista la sfida del riscaldamento globale e l’accordo sul clima di Parigi, ha tuttavia sottolineato che, in questo momento, tutte le risorse saranno dirette per affrontare la crisi pandemica.

Guterres ha definito l’epidemia una delle peggiori crisi che le Nazioni Unite abbiano mai affrontato. A suo parere, una recessione globale dolorosa è quasi inevitabile e milioni di famiglie in tutto il mondo rischieranno di perdere i loro mezzi di sussistenza. “Siamo di fronte ad una crisi sanitaria globale diversa da qualsiasi altra nei 75 anni delle Nazioni Unite”, una crisi che richiede una risposta coordinata e internazionale, ha sottolineato.

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Gli osservatori e gli esperti vedono in questo nuovo atteggiamento dell’ONU un passo sfortunato ma necessario, soprattutto alla luce del diffuso contraccolpo che la pandemia ha rappresentato per il multilateralismo. Secondo Martin Edwards, professore di diplomazia e relazioni internazionali alla Seton Hall University, “c’è bisogno di una risposta multilaterale più ampia e coordinata, e i governi che dovrebbero lavorare insieme per guidare questa crisi – gli Stati Uniti, la Cina, il Giappone, i paesi europei – sono invece più concentrati sulla chiusura delle frontiere che sulla collaborazione”. Edwards ha aggiunto che “il segretario generale Guterres, inoltre, deve far fronte a una Casa Bianca che non è mai stata in grado di capire a cosa serva la cooperazione internazionale.

Secondo Edwards, sebbene ci si possa aspettare che Guterres faccia il possibile per riunire i governi nazionali spingendoli verso un approccio cooperativo, c’è da dubitare sulle sue possibilità di successo. Durante la conferenza stampa virtuale, Guterres ha infatti sostenuto che la pandemia potrebbe creare un’opportunità per ricostruire l’economia globale secondo linee più sostenibili. Ma ha chiarito che il mondo deve prima concentrarsi sulla crisi del coronavirus. Inoltre, la difficoltà di coordinamento sembra caratterizzare anche l’ONU, con le diverse agenzie che a fatica cercano di organizzare una risposta efficace.

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La crisi, infatti, sembra aver principalmente travolto proprio l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), l’unica agenzia delle Nazioni Unite che avrebbe dovuto essere più preparata. In risposta, la Fondazione delle Nazioni Unite ha lanciato un’iniziativa di raccolta fondi per aiutare l’OMS, accogliendo anche i contributi finanziari dei giganti della Silicon Valley, Facebook e Google.

Anche la FAO sembra essere in difficoltà. Se fino a poco tempo fa la massima priorità dell’agenzia era l’invasione di locuste nell’Africa orientale, ora l’attenzione sembra essere tutta rivolta verso la pandemia. La portavoce FAO, Sofia Maria Giannouli, ha affermato che il coronavirus non ha finora danneggiato gli sforzi di controllo delle locuste, ma ha riconosciuto che le risorse della FAO dovranno essere ridistribuite per aiutare i paesi meno sviluppati a fronteggiare un’emergenza sanitaria più ampia. Alcuni casi di coronavirus, infatti, sono stati confermati in un certo numero di nazioni africane con sistemi sanitari pubblici deboli, tra cui Kenya, Tanzania, Etiopia e Congo.

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“Il mio messaggio centrale è chiaro”, ha dichiarato Guterres, “siamo in una situazione senza precedenti e le regole normali non si applicano più, esortando i governi ad aprire i loro portafogli quanto più possibile per le spese di emergenza e gli sforzi di stimolo economico.